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Cari amici appassionati vi scrivo.
Alcuni giorni or sono, durante una telecronaca a SKY, mi trovavo impelagato nell'arduo compito di illustrare le gesta insensate di Nick Kyrgios contro Sasha Zverev.

Il torneo era il Master 1000 ATP di Miami in Florida, un luogo esotico e nel contempo pieno di fangose paludi. Eppure, in quell'attimo, ero io quello attanagliato dalle sabbie mobili, e con le cuffie in testa. Risparmio agli amici ogni commento sulla partita, mi limito solo a dire come Zverev abbia approfittato di una serata poco ispirata dell'istrionico rivale, imputabile all'incapacità manifesta dello stesso di mantenere salda la concentrazione per un solo minuto, passando così agevolmente al turno successivo.
Il pomeriggio seguente mi trovavo sul campo nella veste di insegnante, al cospetto di un corpulento allievo, il sorprendente universitario Jeanbaptist Lenglen.
Jeanbaptist è stato così soprannominato per le sue movenze soprannaturali sul campo, antitesi assolute rispetto a quelle meravigliate al mondo intero, durante i ruggenti anni venti, dalla Divina Suzanne. Eppure, a suo modo, il buon Jeanbaptist sembra vivere il suo quotidiano come se abitasse in un'altra dimensione.
Chissà! Forse i suoi pensieri sono veramente rapiti dalle atmosfere di Tilden, Lenglen, Lacoste e Charlie Chaplin. Chi può dirlo?
Oppure, più semplicemente dai social, dove ogni minuto vengono caricati filmati, aggiornate le classifiche mondiali TPRA, quelle per apprendisti della racchetta. Invece, scopro come nel favoloso mondo di Jeanbaptist, mancano solo pochi punti per diventare finalmente 3.5. Così l'indomito Jeanbaptist, dopo aver lungamente consultato l'Oracolo, pardon, il telefonino, lo intravvedo, grazie alla coda dell'occhio, avvicinarsi come un'ombra alle mie spalle e con aria cardinalizia emettere a piena voce la sua sentenza sulla partita appena commentata in TV la notte prima.
"Non ho visto il match ma penso abbia vinto certamente Kyrgios. Ho visto gli highlights e Nick ha fatto dei numeri incredibili. Si capisce chiaramente come abbia dominato l'incontro, lui è per noi giovani veramente un idolo, un vero esempio".
Potenza disinformativa degli highlights!
Stanco della nottata televisiva, a causa dei comportamenti di Kyrgios, subisco anche il verboso KO a tradimento che cala sulle mie provate orecchie per mezzo della parola di Jeanbaptist: novello Alì delle arene tennistiche della quarta categoria. Il colpo è terribile, traballo su me stesso e vengo soccorso dal mio socio: il Professor Carlo Rossi. Di lì a poco riprendo la ragione e mi chiedo come tra i giovani, si possa esprimere una portanza così devastante in termini di totale ignoranza.
Possibilmente, non è proprio tutta colpa loro, alimentati come sono da tweet, highlights e quant'altro, durante tutto il giorno.
Visti gli elementi in gioco, mi domando come possa sopravvivere la maestosa e magica storia della Coppa Davis. Oggi magnificata da cinque ore di battaglia nell'incontro decisivo tra Spagna e Germania da David Ferrer. Probabilmente, tra poco tempo, anche una partita di calcio diventerà troppo impegnativa da seguire. Novanta minuti risulteranno troppi per abitudini capaci di porre l'attenzione solo per pochi minuti.
Forse, prima che sia troppo tardi, sarebbe opportuno da parte della comunità, della formazione, dei media, ecc., cambiare registro.
Prima che la società liquida, per dirla alla Bauman, evapori del tutto.

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