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I migliori sedici giocatori del circuito competono l'uno contro l'altro, sulla terra rossa del Principato di Monaco. Habitat unico, estraneo a tutto ciò che gli sta intorno e magico in ogni sua componente. Il Campo Centrale del torneo è una casa immersa in una bolla di vetro, che per sette giorni l'anno viene accesa da questa straordinaria manifestazione.



Paire
e Murray aprono le danze degli ottavi di finale. Si sfidano ad accarezzare dolcemente la palla per poi aggredirla con forza. I colpi escono dalle loro corde con la velocità di comete, che quando toccano terra sembrano improvvisamente infrangersi, per avere il tempo di essere ribattute nuovamente. Viene il dubbio che in questa bolla di vetro ci sia un personaggio misterioso dotato di un telecomando, in grado di premere il tasto "avanti veloce" all'impatto con le corde e "slow motion" all'impatto col suolo.

Considerando che esecutivamente i due sbagliano davvero tanto, la domanda sorge spontanea: è più importante il colpo o tutto ciò che viene prima?

Quando Paire va al tappeto entrano nell'arena due nuovi contendenti, Thiem e Rafa. Lo spagnolo è un noto spettinatore della palla, mentre l'austriaco si mostra come inaspettato spettinatore dei giudici di linea: gioca così lontano dal campo che a volte rischia di colpirli con la racchetta. Eppure le celebri traiettorie arquate e velenose, che un visitatore del centrale è curioso di osservare, non partono dal mancino di Rafa, bensì dal suo avversario.

Thiem applica un modello da non imitare, in quanto replicare le sue parabole in tempi e spazi così dilatati è una soluzione davvero per pochi, che egli esegue a regola d'arte. Tuttavia, non fa più impressione dei nervi e della classe dello spagnolo.

Che dire di Roger.. È il migliore amico della palla da tennis. Sa come trattarla ogni qualvolta gli arrivi, senza mai farle male. Quando la colpisce non fa nemmeno rumore, sembra fatta di spugna. Chiunque avverte questa empatia speciale, che lo svizzero palesa grazie alla naturalezza con cui si muove e all'armonia con tutto ciò che lo circonda.



Non resta altro da fare che applaudire lui e il tennis. Sport che osservato a contatto diretto con i suoi migliori interpreti, in una cornice magica come quella di Montecarlo, risplende ancor di più in tutta la sua bellezza. È un confronto tra due persone normali, che lottano l'una contro l'altra e provano le stesse nostre emozioni. Sfidano le proprie paure in mezzo a tutti noi che li veneriamo e ci accorgiamo di quanto da vicino, sia tutto più reale.

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