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Il torneo di Indian Wells rappresenta, secondo tutti gli addetti ai lavori, il maggior evento individuale del circuito mondiale, ad eccezione dei quattro appuntamenti del Grande Slam e forma, con il successivo torneo di Miami, la terribile doppietta delle competizioni sul cemento americano nel mese di marzo. All’interno del circuito mondiale, il torneo californiano rappresenta il fiore all’occhiello nell’alveo dei tornei Master 1000 essendo stato votato dai giocatori ATP per due anni consecutivi, 2014 e 2015, quale Tournament of the Year.

Sebbene tale riconoscimento non giunga imprevisto data la magnificenza dell’impianto e l’affluenza del pubblico, durante la scorsa edizione hanno fatto molto scalpore le dichiarazioni di alcuni giocatori, tra cui Nadal e Federer, insoddisfatti delle palle da tennis usate nel corso del torneo: Rafa, in particolare, sosteneva come:

Con queste palle le condizioni cambiano tantissimo dal giorno alla notte. Non hai feeling, di giorno sembra di colpire una pietra. Ho visto molti giocatori sbagliare di uno, due metri, non è un bene per il nostro sport.

Senza voler entrare nel campo delle polemiche e delle malignità, sicuramente la questione sollevata mette in risalto come la caratteristiche ambientali e situazionali ricoprano un ruolo fondamentale in questo sport: variabili come la superficie di gioco, la tipologia di palle e le condizioni atmosferiche detengono un importanza non secondaria rispetto all’ andamento del torneo, specialmente in un tennis moderno dove si assiste ad una costante omologazione del Gioco e dei giocatori.

Il binomio Indian Wells-Miami può ben esemplificare quanto detto in precedenza; apparentemente i due tornei appaiono simili, quasi identici: entrambi si giocano sul cemento, nello stesso mese e al caldo.

Soffermandoci sull’Albo d’Oro, però, possiamo notare come Indian Wells appaia più congeniale a tennisti dediti al gioco d’attacco e verticale che, grazie al clima secco, tipico del deserto californiano e ad una superficie rapida quale il cemento Plexicushion, vedono sublimate le proprie caratteristiche tecnico-strategiche.

Questo aspetto lo testimoniano le quattro vittorie di Federer, presente quest'anno in California solo in occasione della serata dedicata agli Oscar del cinema. Le vittorie di Philippoussis, Ljubicic, le finali raggiunte due volte da Henman, una volta da Rusedski, Fish, Roddick e Isner.

Miami, al contrario, si gioca su un terreno meno veloce, il cemento Laykold, che corrobora le sensazioni di “lentezza del campo” dettate dal classico clima umido tropicale: emblematiche a tal proposito sono le vittorie di giocatori quali Muster e Davydenko, le finali di Bruguera, Kuerten, Moya, Coria, Canas, Ferrer e di Suarez Navarro tra le donne.

Prima di addentrarci più in profondità nell’analisi dei tabelloni maschili e femminili, dunque, è necessario tenere presente la premessa poc’anzi delineata poiché, per primeggiare, nel tennis non sono sufficienti le caratteristiche proprie di un giocatore (variabili disposizionali) in quanto, esse, devono compenetrarsi con caratteristiche ambientali che per definizione mutano continuamente (variabili situazionali).

Tenendo presente le considerazioni che abbiamo sviluppato in precedenza, possiamo dunque ritornare all’attualità fornendo una panoramica sul torneo di Indian Wells che sta incombendo e sui giocatori si daranno battaglia per agguantare la vittoria finale: iniziamo con il tabellone femminile.

Torneo Femminile

Se diamo una rapida lettura dell’albo d’oro notiamo come l’attuale numero uno del mondo, Serena Williams anche lei come Federer presente alla serata degli Oscar, abbia vinto per due volte la competizione californiana. Nulla di particolare in questo. La stranezza di questo dato è palese solo se osserviamo le date dei trionfi dell’americana:1999 e 2001; ciò significa che per quindici anni una delle giocatrici più forti dell’Era Open non solo non ha mai vinto, ma non è neppure giunta in finale in un torneo importante come Indian Wells.

La spiegazione, però, è molto semplice. Dal 2001, infatti, sia Serena che la sorella Venus hanno boicottato il torneo per quindici anni in seguito ad un episodio di razzismo occorso proprio durante l’edizione del 2001, dopo quell’atto spregevole le due sorelle non hanno più messo piede allo Slam dell’Ovest almeno sino al 2015, anno in cui Serena ha posto fine al boicottaggio giungendo in semifinale.

L’edizione 2016 sarà a suo modo storica dal momento che, con la partecipazione anche di Venus ed il sotterramento dell’ascia di guerra tra Williams e torneo, per la prima volta dopo 15 anni entrambe le sorelle Williams torneranno a calcare il cemento dell’Indian Wells Tennis Garden.

La favorita, perciò, non può essere che Serena, la quale venne sconfitta come detto in semifinale nel 2015 da Simona Halep che poi si aggiudicò anche il trofeo; la rumena, però, da un anno è in crisi di risultati e, debilitata da un problema persistente al ginocchio, verosimilmente non potrà bissare il successo dell’anno scorso. Subito dietro Serena, scalpitano tre ragazze che cercheranno di contrastare, con armi diverse, la tennista americana: Kerber, fresca vincitrice dell’Australian Open proprio in finale contro la Williams, Radwanska e Muguruza, reduce però da un inizio di stagione tutt’altro che brillante.

Il circuito femminile come sappiamo e come ha ammesso la stessa Muguruza durante un intervista “sta diventando un po' folle” e per questo è necessario ampliare il campo delle potenziali vincitrici a giocatrici solide come Kvitova, Suarez Navarro, al suo best ranking alla posizione numero sei, che sta disputando un’ottima stagione sul cemento, Jankovic, Lisicki e Azarenka; potrebbe risultare questo, il torneo dell’esplosione definitiva della giovane svizzera Bencic, ormai giocatrice affermata o sempre rimanendo in tema di giovani, di ragazze in crescita quali Svitolina, Keys, Stephens, Van Uytvank, Gasparyan, Kasaktina, Ostapenko e Kontaveit.

Nel ruolo di outsider occhi puntati su Petkovic, Mladenovic, Konta, Ivanovic, Safarova, Vinci e Bouchard che sta tornando a buoni livelli. Tra le favorite manca all’appello Maria Sharapova che, non ancora al 100% a causa di un infortunio al braccio sinistro, ha dovuto dare forfait pochi giorni prima dell’inizio delle gare.

Per quanto riguarda la spedizione italiana emergono sensazioni contrastanti; il drappello italiano infatti dopo il ritiro di Knapp a causa di un problema al ginocchio, conta solamente tre giocatrici, Vinci, Errani, mostratasi in crescita nelle ultime settimane e Giorgi, apparsa sempre più in confusione: se pensiamo che il tabellone di qualificazione rimarrà addirittura sguarnito da nostre rappresentanti, sicuramente, per i colori azzurri, non si prospetta un futuro radioso.

Tuttavia, Roberta Vinci non smette di stupire e, dopo la vittoria a San Pietroburgo ed il conseguente raggiungimento della top ten, rimane la giocatrice italiana con più possibilità di ottenere maggiori risultati ad Indian Wells. Concludendo, per quanto riguarda le wild card, esse sono state affidate a Hantuchova, Zhang, Watson, Rogers, Crawford, Davis, Riske e Loeb.

Torneo Maschile

Il tennis maschile è un gioco semplice: si affrontano due persone separate da una rete, e alla fine vince Djokovic

La famosa citazione, leggermente travisata, di Gary Lineker, ben si adatta alla situazione odierna del circuito maschile dove il dominio del serbo appare sempre più incontrastato; a Indian Wells Nole si presenta come grande favorito della vigilia e, aggiudicandosi il torneo californiano, potrebbe diventare il giocatore ad averne vinto il maggior numero di edizioni andando a superare i quattro trionfi di Roger Federer, il grande escluso di quest’anno.

Lo svizzero, infatti, non sarà presente a causa dell’operazione al ginocchio occorsa in seguito agli Australian Open e tornerà in tempo per l’inizio della stagione europea sulla terra dove parteciperà al torneo di Montecarlo.

Con questa assenza, i ruoli di co-protagonisti verranno ricoperti, verosimilmente, da Andy Murray e da Stan Wawrinka, sebbene entrambi non abbiano buon feeling con Indian Wells, una sola finale per Murray e mai oltre i quarti per Stan.

In seconda fila, nello spot di outsider di lusso, abbiamo i grandi specialisti delle superfici rapide come Berdych, Nishikori, Raonic e solide realtà (non più promesse) come Dominic Thiem e Nick Kyrgios, ormai prossimi top ten: i dubbi sulla partecipazione ad Indian Wells di Raonic e Kyrgios, reduci da infortuni e non scesi in campo nel weekend di Davis Cup, verranno sciolti solamente poche ore prima dell’inizio del torneo.

Altri ritiri illustri sono quelli di David Ferrer, tornato nella sua Valencia per prepararsi in vista dei tornei sul rosso, Karlovic, Robredo, Janowicz, Kokkinakis, Sela e Baghdatis, affaticato dagli avvenimenti di coppa Davis.

Rimanendo in tema di defezioni, tra i colori azzurri si registrano le assenze di Bolelli, Lorenzi e Fognini, quest’ultimo out per due mesi in seguito alla rottura dell’addominale obliquo; le poche speranze italiane saranno così affidate esclusivamente a Seppi, non brillante in Davis e a Cecchinato, entrato in tabellone principale visti i numerosi ritiri elencati in precedenza.

Pur privata di Ferrer, l’Armada spagnola conta ben dodici uomini anche se, tranne Feliciano Lopez e Bautista-Agut, non si intravedono altri giocatori adatti alle condizioni del cemento californiano; un capitolo a parte lo merita Rafa Nadal che, pure durante i tornei sudamericani sulla terra rossa, ha palesato in quest’inizio di stagione preoccupanti problemi nella gestione dello scambio da fondocampo anche contro tennisti di seconda fascia.

Per una grande nazione come la Spagna che pare in declino (almeno in termini di qualità ma non di quantità), gli Stati Uniti ostentano tra le proprie file sia giocatori affermati e sempre pericolosi sul veloce, Querrey, Sock e Isner in particolar modo, sia giovani dalle comprovate qualità e dal futuro radioso come Fritz (1997) e Tiafoe (1998).

Altri ragazzi degni di nota all’interno del tabellone sono Coric (1996), Chung (1996) e Zverev (1997), con il tedesco, autore di un 2016 fin’ ora entusiasmante.

In conclusione non si può evitare di menzionare il ritorno alle gare del gigante di Tandil Juan Martin Del Potro che, grazie ad una wild card, ritorna a mettere piede ad Indian Wells dopo tre anni.

Gli altri inviti per il tabellone principale forniti dalla USTA sono: Taylor Fritz, Frances Tiafoe, Rajeev Ram e Mackenzie McDonald.

 

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