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Come sapete le classifiche nazionali ed internazionali si ottengono raccogliendo i risultati/punti di un certo numero di competizioni. La classifica ATP tiene conto dei migliori 18 risultati conseguiti dal giocatore nei 12 mesi precedenti, quella WTA dei migliori 16. Per quel che concerne le classifiche nazionali si passa da 14 risultati utili per i 2.1 ai 5 migliori piazzamenti per i 4.6, 4.5, 4.4.

I più forti giocatori del mondo per costruire la loro classifica utilizzano 20/22 tornei e quindi competono in una stagione 26-28 settimane (4 prove dello slam che durano 2 settimane + 18 tornei da una settimana + la Coppa Davis o la Federation Cup + il Master di fine anno). Tutti gli altri giocatori per ovvi motivi, avendo alti e bassi dovranno competere per almeno 32-35 settimane.

La programmazione e soprattutto la qualità degli allenamenti e del riposo e la loro distribuzione nel corso della stagione sono sempre più importanti. In un recente articolo pubblicato su British Journal of Sport and Medicine Babette M Pluim e Michael K Drew hanno evidenziato che in atletica leggera, gli sportivi in grado di concludere almeno 80% del programma di lavoro pianificato per la stagione, hanno una probabilità di successo nelle loro competizioni sette volte più alto di chi per infortunio non riesce ad allenarsi con continuità ed intensità. Ciò significa che gli allenatori i preparatori fisici, il team di medicina dello sport/fisioterapia non devono essere entità distinte ma complementari, allo scopo di migliore le possibilità di successo del singolo atleta o della squadra.

Come possiamo svolgere allenamenti ad alta intensità senza far infortunare i nostri tennisti?

La percezione è che carichi elevati sia sinonimo di infortuni. In parte è vero ma ci sono anche prove che l’alta intensità di allenamento se non eccessivamente prolungata nel tempo può avere un effetto protettivo e che l’under training (gli allenamenti a basse intensità) possono aumentare il rischio di lesioni.

Gabbett nel suo articolo "Il paradosso della prevenzione di degli infortuni: allenamenti intelligenti e ad alta intensità?” ha dimostrato che non è tanto il carico, ma una transizione inadeguata ad un carico più elevato che provoca lesioni: ciò è avvenuto nel rugby, nel cricket e nel calcio. Misurando il carico interno attraverso il tasso di sforzo percepito (RPE) e i carichi esterni con il numero di minuti giocati, si è evidenziato che gli atleti che sono stati abituati a carichi molto bassi (atleti undertrained), e avevano un improvviso aumento dell’intensità dell’allenamento, erano a rischio lesioni. Al contrario, atleti già abituati a carichi elevati quando ciò avveniva avevano una probabilità di infortuni molto più bassa .

Gabbett ha concluso che non è tanto il carico totale in sé a determinare il rischio di lesioni ma il rapporto tra carico di lavoro e media del carico delle ultime quattro settimane. Usando questo rapporto, vi è una zona dolce dove il rapporto di carico settimana in settimana resta compreso tra 0,8 e 1,3 e il rischio di infortunio è basso.

 

 

Sulla base degli studi e dei risultati ottenuti da Gabbett, Pluim e Drew hanno stilato un protocollo di gestione del carico utile a prevenire infortuni per tennisti di qualsiasi livello. Il protocollo si compone di un decalogo:

  1. Stabilire un livello di forma fisica e mantenerlo anche nei periodi competitivi
  2. Durante la fase d preparazione giocare comunque almeno due o tre volte a tennis
  3. Ridurre al minimo le variazioni di programma da settimana in settimana
  4. Aumentare gradualmente l’intensità del carico e fare sempre un periodo di riadattamento ad inizio stagione, dopo un infortunio, quando si cambia programma
  5. Evitare eccessivi picchi di carico
  6. Evitate di competere per troppe settimane consecutivamente, iscrivendovi a più tornei o partecipando a singolo, doppio, doppio misto se non siete abituati
  7. Mantenere un notevole equilibrio tra lavoro e riposo
  8. Svolgere una seduta di defaticamento dopo una partita o dopo un allenamento molto intenso
  9. Non esagerare, c’è un massimo che ogni atleta può sopportare, due partite al giorno, 10 a settimana, un po’ meno per gli under
  10. Per gli organizzatori del torneo: ridurre la variabilità rimuovendo il sistema di deuce / vantaggio durante le partite e di introdurre un super tie-break invece di un terzo set

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