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Il cielo sopra Parigi è plumbeo. Le nubi ricolme di pioggia sembrano osservare, in attesa, il riscaldamento di Serena Williams e Garbine Muguruza, protagoniste della finale femminile del Roland Garros.

Avvicinandosi all’inizio del match il Philippe Chatrier si va riempiendo in ogni ordine di posto; un fatto raro in questa edizione del torneo francese falcidiato, come del resto la Francia intera dalle abbondanti precipitazioni che hanno reso necessaria la chiusura dei più importanti musei della capitale per pericolo di allagamento. La notte, tuttavia è stata clemente con organizzatori e spettatori: le piogge sono cessate e il regolare svolgimento della competizione femminile è stato salvaguardato.

Mentre le due finaliste ultimano il warm-up ripercorriamo brevemente il percorso che le ha portate all’ultimo atto qui, al Bois de Boulogne.
Il cammino verso la finale è stato simile: entrambe hanno concesso un solo set alle avversarie (match d’esordio contro Schmiedlova per la spagnola mentre Serena ha dovuto rimontare un parziale contro Putintseva in quarti di finale) lasciando per strada rispettivamente 38 game Muguruza e 39 Williams.

I precedenti tra le due contendenti vedono la californiana in vantaggio per tre a uno; tutti i match sono stati disputati a livello Grande Slam e l’unica vittoria della spagnola di natali venezuelani è avvenuta proprio sulla terra degli Open di Francia 2014, giorno in cui Garbine si è resa nota al grande pubblico del tennis.

Al sorteggio presieduto dall’arbitro francese Pascal Maria la numero quattro del ranking decide di rispondere delineando le proprie intenzioni strategico-tattiche (cercare sempre di pressare Serena sin dalla ribattuta al servizio per comandare lo scambio da fondocampo) e caratteristiche tecniche (la risposta è sicuramente il miglior colpo nel bagaglio della giovane spagnola).

In realtà i primi game giocati al servizio dalla Williams sono perentori e Serena non concede mai la possibilità all'avversaria di mettere i piedi in campo.
Il tema tattico dell'incontro è facilmente intuibile sin dalle battute iniziali; scambi molto brevi dove chi riesce per prima a prendere il comando delle operazioni spesso è in grado di conquistare il punto. A questo proposito, grande rilevanza viene data ai colpi di inizio scambio, servizio e risposta; sia Muguruza che Williams, infatti, non volendo offrire l'iniziativa all'avversaria sono “costrette” a prendere notevoli rischi con questi colpi, correndo spesso il pericolo di incappare in errori gratuiti: la nativa di Caracas, in particolar modo, sarà fallosa lungo tutto il corso del match con il servizio, arrivando a commettere addirittura nove doppi falli totali.

I primi sussulti della partita giungono nel corso del quarto game quando Muguruza deve fronteggiare due palle break, peraltro salvate grazie a due errori di rovescio da parte di Serena; le occasioni non sfruttate sembrano rimanere nei pensieri della giocatrice a stelle e strisce che nel game successivo va sotto 0-40, concedendo con un doppio fallo il break all'avversaria.

Il match ora è molto serrato; le due tenniste si sfidano all'arma bianca facendo leva sulla loro caratteristica principale, la potenza. Serena pare in affanno constatando come l'incisività dei propri colpi non riesca a scardinare la solidità nel gioco della spagnola: non solo la numero 4 del mondo è in grado di scambiare alla medesima velocità della statunitense ma, addirittura sembra disporre di una palla più profonda e penetrante che non permette all'avversaria di comandare i ritmi del palleggio. Sul 4-2 a favore della Muguruza, l'orgoglio della campionessa si palesa sul Philippe Chatrier dove una determinata Williams conquista tre game consecutivi, recuperando il break concesso in precedenza.

La partita è sempre più avvincente e le due contendenti si issano sul 5-5 con Serena al servizio: la ventiduenne spagnola, alla seconda finale Slam dopo quella disputata a Wimbledon lo scorso anno, non sembra tremare nei momenti caldi della partita, rispondendo al servizio della sorella di Venere in modo estremamente aggressivo e profondo, particolarmente dalla parte sinistra del campo. Garbine, con due prodezze di rovescio ottiene il break che le permette di andare a servire per il primo set, conquistando successivamente il parziale per 7-5.

La Williams, alla ricerca dei 22 titoli del Grande Slam di Steffi Graf pare frastornata per aver perso il set e si irrigidisce, commettendo errori gratuiti a cui non è abituata: la grande guerriera sembra perdere proprio sul suo terreno, quello della personalità, campo in cui solitamente sopraffa la giocatrice che le si para di fronte; da questo punto di vista la Muguruza è un’atleta molto matura a dispetto dei suoi 22 anni: sempre positiva in campo non si fa mai ingarbugliare da emozioni e pensieri negativi, denotando grande forza mentale ancor prima che tecnico-tattica.

Il secondo set inizia con tre break consecutivi, ma è palese che la Muguruza abbia in mano le redini del gioco: raramente si è vista Serena Williams dover soccombere innanzi alla violenza dei colpi di un'avversaria; la spagnola, quasi impeccabile con la prima di servizio è sempre alla ricerca della profondità anche con la seconda, motivo per cui è spesso a rischio doppio fallo. Nonostante ciò, già durante il nono game Serena concede 4 match point, tutti quanti annullati dalla statunitense, restia sino all'ultimo a lasciare il campo: l'inevitabile è solamente prolungato di qualche minuto quando, con un lob straordinario Garbine Muguruza conquista il secondo set, l'incontro e il trofeo Suzanne Lenglen del Roland Garros.

L'incredula spagnola si accascia a terra, consapevole (o forse non ancora) di aver realizzato una prodezza e di essere entrata dalla porta principale nell'Olimpo del tennis, lì dove risiedono i personaggi cha hanno fatto la storia di questo sport. Muguruza succede ad Arantxa Sanchez, ultima giocatrice spagnola a vincere l'Open di Francia nel 1998 conquistando il primo titolo del Grande Slam su una superficie, la terra rossa sulla quale in precedenza non aveva neppure giocato una finale in carriera!

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Di tutt'altro umore, Serena Williams perde la terza finale Slam consecutiva e ritarda (ancora) la possibilità di eguagliare Steffi Graff, rimanendo ancorata a 21 Slam; ormai non può essere un caso che dopo la semifinale degli US Open persa a sorpresa contro Roberta Vinci, Serena ha sempre avuto difficoltà negli ultimi atti di un torneo,quando la pressione si fa sentire anche sulle spalle di campionesse straordinarie come lei.

Muguruza da lunedì salirà al secondo posto delle classifiche WTA: con Wimbledon nel mirino la sfida a Serena Wlliams ha tutta l'aria di essere appena iniziata.

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