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Dannate Olimpiadi!

Una dichiarazione come questa, se fatta dagli organizzatori del torneo Master 1000 di Toronto, non credo si discosti molto dalla realtà dei fatti; a causa del torneo olimpico che aprirà i battenti il prossimo 8 agosto, infatti molti giocatori di vertice hanno deciso di saltare l’appuntamento canadese per prepararsi e focalizzarsi maggiormente sull’evento di Rio.

Toronto è rimasto senza top player eccezion fatta per Djokovic, dopo il forfait di Nadal, Federer e del vincitore dell’edizione 2015 Andy Murray: addirittura non parteciperanno otto dei primi venti giocatori del mondo, tra gli altri Gasquet, Tsonga, Ferrer e Simon.
Seppur bistrattato dai giocatori di vertice, il Canadian Open è il terzo appuntamento più longevo del circuito ATP, alle spalle solamente di Wimbledon e US Open: la prima edizione risale all’anno 1881 mentre la competizione femminile arriverà da lì a qualche anno, nel 1892. Già, l’Open del Canada assimila sia il torneo maschile che quello femminile, con una particolarità; i due eventi, infatti si giocano nella medesima settimana ma si disputano in città diverse: negli anni “pari” (come il 2016) il torneo maschile ha sede a Toronto mentre quello femminile è allocato a Montréal, la città più popolosa del Québec e viceversa negli anni “dispari”, i maschi a Montréal e le donne a Toronto.

Il torneo maschile di cui ci occupiamo in questo articolo si tiene sui campi in cemento del Rexall Centre, un impianto composto da dodici court, tutti rigorosamente in Deco Turf, la medesima superficie adottata dagli US Open; proprio insieme allo Slam americano, al 1000 di Cincinnati e ai tre tornei di Washington, Atlanta e Winston Salem, l’Open del Canada forma un mini-circuito sul cemento dell’estate americana denominato US Open Series, un evento ideato per promuovere i tornei minori e renderli appetibili per le televisioni americane.

Come anticipato in precedenza, a Toronto non assisteremo alle gesta di alcuni tra i migliori tennisti del mondo ma, ciononostante l’appuntamento canadese può riservare agli appassionati notevoli punti d’interesse che proveremo ad a indagare.
Innanzitutto ci sarà presumibilmente grande lotta per la vittoria finale con Nole Djokovic ovvio favorito della vigilia, se non altro per la posizione di numero uno che ricopre con grande autorità; il serbo è reduce dalle fatiche di Wimbledon dove si è arreso a sorpresa con Querrey, sconfitta che ha posto fine alla ricerca del tanto agognato Grande Slam; da allora Nole non ha più disputato match ufficiali, saltando anche il weekend di Davis con la sua Serbia per puntare tutto su Rio e New York.

Con un Djokovic probabilmente focalizzato su altri appuntamenti ecco che in Canada potemmo assistere ad un torneo più “aperto” del solito con tennisti come Raonic e Nishikori in grado di ambire alla vittoria finale. Soprattutto Raonic, giocatore di casa sebbene di natali montenegrini, dopo la finale e i miglioramenti palesati a Wimbledon ha deciso di rinunciare alle Olimpiadi e si propone con forza tra i favoriti a Toronto; il tabellone, spesso tiranno, ha messo i due favoriti della vigilia nella stessa porzione di tabellone di cui fanno parte anche ossi duri come Berdich, Isner, Monfils, Goffin e tennisti pericolosi sul cemento tra cui Muller, Zverev, Johnson e Querrey.
Nella parte bassa del tabellone si candidano per un posto in semifinale il già citato Nishikori, Wawrinka e Thiem, tutti giocatori che però hanno mostrato non pochi problemi nelle ultime settimane (anche se lo svizzero in realtà è stato quasi disastroso lungo tutta la stagione); in secondo piano occhi puntati sui giovani Kirgios e Pouille, quest’ultimo parso sulla rampa di lancio grazie ad un torneo di Wimbledon assolutamente positivo: insomma, tanti nomi ma, forse come non mai quest’anno, tanta incertezza nel decretare i possibili favoriti del torneo.

Un tabellone quello canadese che, pur privo di nomi altisonanti presenta sia giovani atleti che si stanno costruendo una solida classifica ATP sia tennisti abbondantemente sopra i trent’anni alla ricerca di una seconda giovinezza: appartengono al primo gruppo una solida realtà come Zverev, l’americano Fritz e la wild card canadese Denis Shapovalov, classe 1999 e fresco vincitore di Wimbledon juniores. Proprio Shapovalov è impegnato nel primo turno sicuramente più interessante del torneo che lo vedrà opporsi a Nick Kirgios in una sfida altamente spettacolare e dai grandi contenuti tecnici.
Passando in rassegna i vecchietti del torneo non possiamo non soffermarci su tre grandi specialisti delle superfici rapide: Stepanek, classe 1978 costretto alle qualificazioni, Muller che al secondo turno potrebbe incrociare Djokovic e Ivo Karlovic, il gigante di 37 anni che dopo qualche periodo di appannamento è ritornato ad alti livelli.

Per quanto riguarda il capitolo “azzurri” (come al solito) c’è ben poco da dire. Con un Seppi a riposo per salvaguardare la mano destra infortunata e con un Lorenzi allergico alle superfici che non abbiano un colore rosso, la spedizione italiana conta solamente un giocatore, Fabio Fognini. Il ligure è reduce da un ottima settimana sulla terra battuta di Umago ma il volo transoceanico e la veloce transizione dalla terra al cemento non lasciano intravedere grandi speranze per poter disputare un torneo dignitoso, visto anche il complicato sorteggio con uno Steve Johnson particolarmente in forma.

Il Master 1000 di Toronto, dunque, visto il campo partenti pare più un 500 anche se, come elencato pocanzi gli spunti per assistere ad un torneo di buon livello ci sono tutti.
Non dimentichiamo che se qualche giocatore ha dato forfait alla Rogers Cup per poter concentrare gli sforzi in previsione del torneo olimpico, altri tennisti d’altro canto hanno optato per una programmazione differente riguardo la stagione estiva sul cemento; Toronto, dunque può essere un buon banco di prova per quei giocatori che hanno deciso, per vari motivi di non partecipare alle Olimpiadi, preferendovi il prize money e i punti in palio dei tornei ATP.

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