ILTENNIS.COM

La dodicesima giornata del Roland Garros è dedicata al completamento dei quarti di finale, già iniziati ieri. Il programma prevede due partite in campo femminile e due in campo maschile.

Il primo fra i match del tabellone femminile è quello tra la regina del tennis, Serena Williams e la sorpresa di questo torneo, la Kazaka Yulia Putintseva. La sfidante di taglia XS, da subito l’impressione di avere le idee chiare. Sin dal primo gioco dell’incontro prova a mettere a punto la strategia di sopravvivenza perfetta per non finire schiacciata dalla potenza della sua avversaria.

Quando è al servizio e può comandare le redini dello scambio, cerca con insistenza e profondità il rovescio della Williams, per poi muoverla appena ne ha l’occasione. Quando risponde fa sempre ripartire il gioco. Ha bisogno di soluzioni che le consentano di non far colpire Serena da ferma. Per questo usa di frequente e con ottimi risultati la palla corta.

La partita, per la numero uno del Mondo è in salita. Fa ancora più fatica del solito a muoversi e per sua sfortuna si trova di fronte un’avversaria che nella giornata odierna, ha capito come affrontarla.

Yulia vince il primo set 7-5 e si porta subito in vantaggio anche nel secondo. Al momento clou dell’incontro, però, salta all’occhio la differenza tra le due giocatrici a livello di esperienza. Putintseva non riesce a dare la zampata decisiva e Serena dopo aver ristabilito la parità nei break si aggrappa al servizio e conquista il secondo parziale con il punteggio di 6 giochi a 4.

Il terzo set è in discesa per Serena, che concede solo un game. Conquista la semifinale al termine di una partita sofferta in cui ha corso seri rischi di uscire dal torneo.

Il secondo match delle donne ha per protagoniste l’olandese Bertens e la svizzera Bacsinzky, testa di serie numero 8 del tabellone e favorita alla vittoria dell’incontro.

Nel primo set, equilibrato e dall’esito impronosticabile si giocano moltissimi punti. L’olandese, quando è al servizio riesce ad essere più incisiva della sua avversaria quando gioca la seconda palla,facendosi aggredire di meno di quanto capiti alla svizzera. Dato che risulta decisivo se si considerano le numerose palle break che entrambe le giocatrici hanno dovuto fronteggiare. Nel primo set Bertens ne trasforma 4 su 10 e lo porta a casa con il punteggio di 7 giochi a 5.

La partita poi, diventa a senso unico. Bertens migliora le percentuali di prime palle in campo, che le consentono di correre meno rischi rispetto al primo parziale. Vince il secondo set 6-2, conquistando la semifinale del Roland Garros in cui affronterà proprio Serena Williams.

In campo maschile si sono disputate altrettante partite. Nel primo match, Djokovic ha sconfitto in tre set Berdych. Al ceco, a cui tanto è piaciuto questo Roland Garros bagnato, non è riuscita l’impresa. Se è vero che un campo pesante favorisce i giocatori muscolari e che, come Berdych, spaccano la palla senza sporcarla, è altrettanto vero che Djokovic è il numero uno sia quando gioca su campo asciutto, che quando gioca su un campo umido, impantanato, scivoloso, sabbioso, ghiacciato...

Thomas, quindi, si trova la palla all’altezza giusta e la colpisce forte e piatta senza che gli scappi in “out”. Nole, invece, come tutti i giocatori del torneo, in queste condizioni climatiche e del terreno si è avvicinato al campo, perché le traiettorie che tengono gli avversari lontani dalla linea di base funzionano poco. Scivola di meno che su una terra asciutta, quindi trova più facilmente gli appoggi e si muove meglio.

Il ceco ha, quindi, di fronte un muro, a cui tira contro fortissimo, a una distanza ravvicinata. Ne risulta una ricezione della palla, inevitabilmente complicata.

La vicinanza alla linea consente a Nole di trovare gli stretti angoli, con cui porta a spasso Berdych per il campo. Il primo parziale finisce 6-3 per il serbo. Nel secondo set il ceco trova le contromisure giuste per stare in partita, che tuttavia non gli sono sufficienti a pareggiarla. Nole vince anche il secondo set 7-5.

Nonostante una netta superiorità e una situazione di punteggio a lui congeniale, Nole appare più nervoso del solito. Concede il break in apertura e con un gesto di stizza scaglia involontariamente la racchetta nei pressi di un giudice di linea. Tale gesto, da regolamento sarebbe costato l’incontro e quindi il torneo al serbo, se avesse colpito il giudice. Nel frattempo la pioggia aumenta e la direzione di gara decide di sospendere l’incontro. Berdych, a favore dell’interruzione lamenta il fatto che sia avvenuta troppo tardi e che ciò abbia compromesso la sua prestazione. Djokovic, invece è più che mai infuriato e vuole a tutti i costi tornare in campo per chiudere i conti. Dopo dieci minuti il gioco riprende e il set finisce velocemente 6-3 per il serbo, che conquista quindi la semifinale.

Il quarto di finale più avvincente è quello tra Thiem e Goffin. I due contendenti sono (con a Milos Raonic) i giocatori più giovani ad occupare una delle prime 15 caselle del ranking ATP. Sono i volti nuovi di questo 2016 tennistico: gli unici nei primi 20 (oltre a Kyrgios) a raggiungere il loro best ranking quest’anno.

Il balzo in avanti compiuto dai due giovani atleti non è da imputare soltanto al loro “saper fare” con la racchetta, quanto al loro “saper stare in campo” e gestire sul piano mentale e delle scelte i momenti chiave della partita.

Il belga ha vinto due dei tre testa a testa con l’austriaco, che però ha avuto la meglio nell’unico scontro diretto disputato sulla terra (a Gstaad in Svizzera). Si sono affrontati l’ultima volta sul cemento degli Australian Open, dove Goffin si è imposto per 3 set a 1.

Dominic è reduce dalle vittorie in quattro set con Zverev e Granollers, mentre David dai lottati 5 set con Almagro e dalla successiva vittoria con Gulbis.

La partita inizia. Le condizioni climatiche e del terreno sembrano sorridere a Goffin. Il campo pesante gli consente di risolvere i problemi che incontra solitamente quando gioca sulla terra, superficie sulla quale le traiettorie alte e cariche di spin lo portano spesso lontano dalla riga. In queste condizioni, invece, riceve una palla più lenta, bassa e meno velenosa. Come Nole si muove meglio e può stare più vicino.

In pratica gioca su un campo dove riceve una palla simile a quella che riceve sul cemento (superficie da lui preferita), con più tempo per colpirla.

Per quanto riguarda Thiem, invece, non vale l’effetto Berdych. L’austriaco, per forza d’abitudine molto lontano dal campo è maestro nell’usare traiettorie arcuate per tenere a distanza l’avversario e colpirlo al momento giusto.

Nel primo set fa fatica quando è al servizio, soprattutto con la seconda palla, con cui non riesce a tenere lontano Goffin. Il belga, abile risponditore va a nozze se il servizio che gli arriva è più basso e lento del solito. Quando lo scambio riparte l’austriaco va in difficoltà: il belga orchestra bene angoli e velocità della palla e si aggiudica il primo parziale con il punteggio di 6 giochi a 4.

Nel secondo set Thiem, costretto dall’inizio della partita da Goffin ad avvicinarsi al campo, riesce ad adattarsi ai tempi e alle distanze non proprie del suo gioco. Trascina il suo avversario al tie break dove, dopo aver miracolosamente salvato un set point, riesce a conquistare il secondo set e capovolgere l’inerzia della partita.

Dal terzo set in poi, viene meno la brillantezza fisica e mentale del belga e la pressione dell’austriaco si fa sempre più forte. Goffin non riesce più a muoverlo con gli stessi angoli che trovava all’inizio del match e Thiem, quando colpisce da fermo riesce a imprimere velocità astronomiche alla palla. Dopo aver vinto il terzo parziale con il punteggio di 6 giochi a 4 vince anche il quarto 6-1. In semifinale affronterà Novak Djokovic, con il quale dovrà alzare ulteriormente l’asticella.

Usiamo i cookie per raccogliere statistiche anonime sull'utilizzo del sito