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Mentre in lontananza si odono ancora gli ultimi inni nazionali che risuonano in quel di Rio de Janeiro, sul campo centrale di Cincinnati vanno in scena le due finali del combined americano pre Us Open. A contendersi i titoli in palio due finalisti del recente torneo olimpico: Andy Murray in campo maschile ed Angelique Kerber in quello femminile.


La tedesca in questo 2016 è sicuramente la tennista più continua, arrivando quasi sempre ai match conclusivi nei vari tornei. A parte la “strana” parentesi di Bastad, torneo sulla terra a cavallo tra Wimbledon e Montreal nel quale si è ritirata al secondo turno, la numero 2 al mondo ha sempre rispettato il suo status di seconda favorita raggiungendo 3 finali ed una semifinale negli ultimi 4 tornei giocati. Purtroppo per lei sul suo cammino finale ha sempre trovato una giocatrice in grado di batterla ad un passo da trionfo: Serena Williams a Wimbledon, Monica Puig a Rio, ed oggi Karolina Pliskova in settimana di grazia. La tennista ceca ha approfittato splendidamente della rinuncia di Serena al torneo, sfruttando quella porzione di tabellone lasciata scoperta dalla numero 1 americana.

La finale, settimo head 2 head tra le due, vedeva ovviamente Kerber partire con i favori del pronostico sia per il miglior piazzamento in classifica, che per il vantaggio di 4 a 2 negli scontri diretti. Scontri diretti sempre molto combattuti con 2 match chiusi al terzo set e 4 tie-break giocati. Tutto il contrario di quello accaduto oggi con Karolina che si porta immediatamente 4 a 0 approfittando di una Kerber particolarmente contratta ed insolitamente fallosa. La reazione della tennista tedesca c’è a metà set ma non è sufficiente per permetterle di impensierire nel gioco prima ancora che nel punteggio la testa di serie numero 15 del tabellone americano. Con un parziale finale di 8 punti a 2 la Pliskova si porta in vantaggio di un set a zero spianandosi la strada al secondo successo del 2016.

Nel secondo parziale infatti la ceca brekka alla prima occasione Angie e non si volta più indietro. Anzi, allunga ulteriormente con un secondo break chiudendo agevolmente e inaspettatamente 63 61 in soli 65’ di gioco. Per lei si riavvicina l’ingresso nelle top 10 mentre per la sua avversaria sfuma la clamorosa possibilità di superare in classifica Serena Williams e diventare la nuova numero 1 del mondo WTA. Questa possibilità, unita alle recenti cocenti delusioni di Wimbledon e Rio de Janeiro devono aver messo troppa pressione alla tedesca incappata in 32 errori gratuiti, numero che solitamente raggiunge in un torneo intero. Adesso le delusioni importanti diventano 3 in pochi mesi, e ricaricare le batterie psico-fisiche in tempo per gli US Open non sarà certo facile.

In campo maschile, ad affrontare il bi-campione Olimpico Andy Murray è sceso in campo il croato Marin Cilic. Cilic, ancora a secco di vittorie nei Master 1000, ha disputato un ottimo torneo fino qua anche se ha dovuto eliminare una sola testa di serie sul suo cammino, la numero 6 Tomas Berdych. Cammino simile per lo scozzese Murray che ha eliminato una sola testa di serie, la numero 3 Milos Raonic in semifinale. L’assenza di Djokovic, oltre a quella di Federer, ha certamente aperto almeno una metà di tabellone dando la possibilità ad alcuni outsider di spingersi fino ai match conclusivi e rendendo complessivamente il torneo meno attraente e qualitativo degli altri Master 1000 stagionali.

Dopo un avvio conservativo da parte di entrambi, è Cilic a prendere per primo l’iniziativa aumentando l’aggressività in risposta. Murray, sul 2-2 commette l’errore di offrire troppi servizi sul dritto altrui e il croato non si fa pregare, spingendo sull’acceleratore in risposta ed ottenendo il primo break dell’incontro. La reazione dello scozzese è pressoché nulla, anzi Cilic aumenta ancora il divario tra i due nel punteggio portandosi sul 5-2. Forse convinto di aver ormai portato a casa il primo parziale, il croato si rilassa un po’ troppo, gioca un pessimo game al servizio e, subendo un parziale di 8-1, si ritrova a dover servire nuovamente per il Set ma sul 5-4. Nel momento del bisogno la traiettoria ad uscire da destra torna l’arma letale di inizio match; non solo permette a Cilic di ottenere punti diretti, ma sposta completamente fuori dal campo lo scozzese che, pur con tanta corsa e determinazione, fatica a riprendere il centro del campo. Inoltre lo scambio inizia sempre sulla diagonale preferita dall’uno ed evitata il più possibile dall’altro: quella di dritto, colpo con il quale Cilic sposta l’inerzia dello scambio ed ottiene diversi punti vincenti. Con qualche apprensione di troppo 64 Cilic.

Il secondo Set non si discosta molto dal primo dal punto di vista strategico. Cilic comanda quasi sempre ogni scambio, particolarmente quando è lui al servizio, spingendo con il dritto e utilizzando molto bene angoli e traiettorie. Non si limita a tirare forte vicino alle righe, ma utilizza ed alterna sapientemente anche traiettorie più alte e profonde a colpi in back bassi e corti che disorientano Murray, solitamente maestro in questa tipologia di gioco. La svolta decisiva del match avviene sul 5 pari quando Murray, anche indispettito da qualche richiamo di troppo (secondo lui) dell’arbitro di sedia, commette troppi errori specialmente di dritto aprendo le porte del paradiso al suo avversario. Cilic non si lascia pregare e mantenendo una tranquillità da veterano, domina l’ultimo game al servizio chiudendo con un rovescio lungolinea da applausi. Come detto prima vittoria in un Master 1000 per Cilic che diventa soltanto il settimo giocatore non compreso tra i fab four a vincere un Master 1000 degli ultimi 65 disputati. Per Andy Murray invece, si chiude una striscia vincente di 22 match consecutivi che gli erano valsi nell’ordine il torneo del Queen’s, di Wimbledon ed il titolo Olimpico. Inoltre rimane ad una vittoria dalle 51 stagionali di Djokovic che vanta però solo 5 sconfitte contro le 7 del britannico. Inutile dire che i due sono gli autentici dominatori di questo 2016.

Adesso una settimana di meritato riposo, per Andy in particolare che ha disputato 13 match negli ultimi 15 giorni, prima di presentarsi ai nastri di partenza dello US Open al quale i due finalisti odierno saranno sicuramente tra i favoriti assieme a Nole e Del Potro per la vittoria finale.

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