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Anno nuovo, vita vecchia!

Come l’Uroboro – l’antico simbolo che rappresenta un serpente intento a mangiarsi la coda, classica raffigurazione della natura ciclica del tempo e delle cose – anche il mondo del tennis ritorna, ciclicamente, all’inizio della propria corsa. Il primo Slam dell’anno si disputa, come da tradizione, sui campi in cemento Pexicushion Prestige dell’imponente complesso sportivo di Melbourne Park, Australia.

In realtà, lo Slam Down Under non è sempre stato la prima grande competizione stagionale; dal 1977 al 1985 il torneo, disputandosi nel mese di dicembre, venne posto in coda di tutti gli altri tornei dello Slam: una situazione che cessò dall’anno successivo cosicché la manifestazione, dal 1987 riprese la sua solita collocazione nel mese di gennaio. L’Open australiano, anche per la particolare posizione sia geografica che temporale, è da sempre ritenuto uno Slam ricco di fascino, di interesse e, perché no, di imprevedibilità: uno Slam Down Under a tutti gli effetti, sottosopra, proprio come viene soprannominata l’isola australe.
Continuando con le particolarità che contraddistinguono l’Australian Open non possiamo non menzionare le difficili condizioni ambientali e climatiche cui i giocatori devono far fronte. Il caldo torrido che spesso scollina sopra i 35° e l’elevato tasso di umidità hanno portato anche ad una modifica della Heat Policy, regola che dal 2015 prevede l’interruzione immediata del match qualora si raggiungano 40° o 32,5° in particolari condizioni di estrema umidità. Condizioni ambientali estreme che necessariamente influiscono non solo sulla componente fisico-atletica della prestazione ma, ovviamente, anche sul gioco espresso dai competitors.
Tra le condizioni ambientali, o meglio contestuali, è necessario annoverare anche la tipologia di superficie dell’impianto di Melbourne Park; il torneo australiano, come anticipato, adotta una tipologia di cemento chiamato Plexicushion Prestige, superficie che, in base al sistema Court Pace Rating – la misurazione dell’effetto che la superficie ha sulla palla tenendo conto di variabili quali frizione e restituzione verticale – è ritenuta la più rapida tra tutte le prove dello Slam. Nonostante ciò, le caratteristiche delle palle che vengono usate nel corso del torneo australiano e la grande umidità presente, specialmente nelle ore serali, tendono a contrastare la rapidità dei court, rallentando il pace, il ritmo dello scambio, impedendo un elevato rimbalzo della palla. Una simile combinazione di variabili si adatta perfettamente, come mostrano anche i risultati ottenuti, al tennis espresso da Djokovic: dal 2008, anno in i campi sono passati alla superficie attuale, Nole ha conquistato il trofeo per ben 6 volte su 9 partecipazioni con un record emblematico di 54 vittorie e 3 sconfitte, un autentico dominio.
Partiamo da questa considerazione per provare a sviscerare in profondità tra i motivi d’interesse del primo Slam annuale che terrà impegnati i migliori tennisti, uomini e donne, del pianeta.

Se la situazione maschile, almeno nei vertici della classifica, pare cementificata, altrettanto non si può assolutamente dire in campo femminile.
In testa alla classifica WTA abbiamo assistito al sorpasso, solamente qualche mese prima ritenuto fantascientifico, di Angelique Kerber su Serena Williams. Le prime due giocatrici del mondo, rigorosamente in ordine di ranking, hanno surclassato la concorrenza delle altre contendenti nel corso dell’anno appena trascorso, accaparrandosi 3 delle 4 prove Slam: Melbourne e Flushing Meadows per la tedesca, Wimbledon per l’americana. Kerber, tuttavia, ha denotato una continuità, specialmente atletica, decisamente superiore alla rivale, giungendo anche in finale al torneo olimpico e al Master di fine stagione.
All’Open australiano entrambe si presentano, ancora una volta, come le principali e ovvie favorite per la vittoria, anche se, a onor del vero, l’inizio di 2017 non è stato entusiasmante per nessuna delle due. La campionessa uscente, accreditata della prima testa di serie, è stata sorteggiata con Tsurenko al primo turno ma, già dai turni successivi, potrebbe incontrare difficoltà con una ritrovata Bouchard o con la Vinci e, più avanti, con una sempre altalenante Muguruza. Una porzione di tabellone che, seguendo l’ordine del seeding la vedrebbe affrontare in semifinale la rumena Halep con la quale ha vinto 4 delle ultime 5 partite disputate. Senza volere precorrere troppo i tempi, ritorniamo a parlare di Serena che, numero 2 del main draw ha avuto in sorte al primo turno l’ostica diciannovenne Belinda Bencic, di 14 anni più giovane, reduce da un 2016 disgraziato a causa dei continui infortuni; un’avversaria di livello per la Williams che dovrà, sin da subito, rispolverare il tennis dei giorni migliori. Nonostante ciò, Serena Williams è tutt’ora accreditata dai bookmakers come la favorita del torneo.


Una competizione che vivrà non solo del dualismo messo in scena dalla californiana e dalla tedesca lungo tutto il 2016 ma che, come solo il tennis femminile sa regalare, siamo certi offrirà sorprese a ripetizione e sconvolgimenti improvvisi e imprevisti. Difficile prevedere chi si guadagnerà sul campo i galloni di Cinderella del torneo (anche se non siamo al torneo NCAA di basket), tuttavia possiamo azzardare qualche nome inconsueto, ma non troppo, da tenere in considerazione. A guidare le outsider c’è Johanna Konta, giocatrice balzata alle luci della ribalta dopo la semifinale dello scorso anno disputata proprio all’Australian Open; fresca vincitrice a Sidney, la britannica ha avuto in sorte un tabellone di ferro: nel suo quarto annoveriamo giocatrici quali Wozniacki, Cibulkova, la stessa Williams, ma anche atlete non di primissima fascia come Makarova, Safarova e, in particolare, la giovane e statuaria giapponese Naomi Osaka, ventenne che potrebbe essere l’avversaria di secondo turno della Konta. Un’altra giocatrice su cui puntare gli occhi è sicuramente Karolina Pliskova, testa di serie numero 5 che quest’anno è attesa ad alti livelli dopo l’annata a luci ed ombre appena trascorsa. Una definizione che calza a pennello anche per Garbine Muguruza, atleta che alterna continuamente alti e bassi come dimostrano la vittoria al Roland Garros 2016 e le premature sconfitte nei rimanenti Slam dell’anno. Giocatrici continue cui, viceversa, manca l’acuto sono Halep e, specialmente, Agnieszka Radwanska, ancora a secco di Slam nonostante veleggi sempre nelle posizioni nobili della classifica. Come forse avete capito, tante sono le pretendenti al titolo e ancor di più sono coloro che getteranno scompiglio all’interno di un tabellone equilibrato che non annovera tra le proprie file giocatrici importanti come Keys, Azarenka, Kvitova (a causa dell’aggressione che tutti conosciamo) e Stephens. Infine, dopo 13 anni, l’edizione 2017 dell’Open australiano non vedrà ai nastri di partenza Ana Ivanovic, ritiratasi proprio a inizio anno.

Pronostico quarti di finale femminili: Kerber-Muguruza, Halep-Svitolina, Pliskova-Radwanska, Konta-Williams.

Da un ritiro illustre ad un ritorno illustre, o meglio, a due ritorni illustri: quelli, in ordine di classifica, di Rafa Nadal e Roger Federer, entrambi rincasati nel circuito dopo le disgrazie fisiche dell’anno passato. Durante la loro assenza dalle competizioni il carrozzone del tennis ha continuato la propria marcia, tanto da apportare modifiche laddove, a metà stagione, sembrava impossibile ovvero in testa al ranking ATP: a Nole Djokovic, infatti, è succeduto Andy Murray il quale ha sfruttato appieno il contingente calo del rivale e la mancanza di altri contender nel circuito. Proprio il numero uno e il numero due mondo sono i principali favoriti per la vittoria finale in Australia come ha dimostrato anche il recente torneo di Doha dove Djokovic ha sconfitto lo scozzese in tre set. A Melbourne si giocherà tre set su cinque – e non è un fatto di secondaria importanza – ma tutto lascia intendere che i due si spartiranno il prize money destinato a vincitore e finalista (per la cronaca, l’intero montepremi dell’edizione 2017 ammonta a 50 milioni di dollari, una somma ben più che triplicata rispetto ai 19.3 milioni del 2001, con un incremento del 14% rispetto alla scorsa edizione).
Come detto, sui campi di Melbourne Park il serbo è quasi imbattibile – qualche insider sostiene che Djokovic sia effettivamente imbattibile sul Plexicushion australiano viste le particolari caratteristiche che abbiamo delineato in precedenza – ma non è certo il torneo di Doha ad aver risolto tutte le questioni e i punti di domanda che sono sorti intorno al giocatore di Belgrado. La strada verso la finale, tuttavia, è decisamente impervia per Nole che al primo turno affronterà lo stesso Verdasco cui ha dovuto annullare matchpoint proprio nel già citato torneo di Doha; verso i quarti di finale la strada è lastricata di ostacoli quali Gasquet, Dimitrov, finalmente convincente nei primi tornei del 2017, Goffin, Karlovic, Edmund e Dominic Thiem, testa di serie numero 8.
Se per Nole la strada è subito in salita, Andy Murray si dovrà armare metaforicamente di piccozza e scarponi per svettare in una porzione di tabellone agguerrita che contempla battitori come Querrey e Isner, giocatori a tutto campo come Pouille, atteso quest’anno alla definitiva consacrazione tra i migliori e attaccanti da fondocampo come Berdich. Tuttavia, le maggiori insidie potrebbero giungere proprio ai quarti di finale dove si troverebbe contro uno tra Nishikori e Federer, con il nipponico ampiamente favorito sullo svizzero. Rimanendo nella parte alta del tabellone, l’altro quarto di finale è presieduto dal campione dell’edizione 2014, Stan Wawrinka e da Marin Cilic, rispettivamente numero 4 e 7 del seeding. Interessanti le presenze in questa zona di Tsonga, Sock, Troicki e dei due australiani Kirgios (che non riesce a stare lontano dai guai, l’ultimo proprio qualche ora fa quando si è presentato in conferenza stampa indossando una maglia con scritte poco gentili, diciamo così, nei confronti del presidente eletto Donald Trump) e Tomic.


L’ultimo quarto di finale vedrà all’opera tra gli altri Raonic, Monfils, Simon, Ferrer, Bautista, Zverev e Nadal. In particolare, il canadese deve dimostrare di potersela finalmente giocare con i migliori al mondo per un titolo Slam: a dir la verità, nonostante venga ripetutamente incensato dalla critica, Raonic non sembra, al momento, avere le qualità, sia da un punto di vista strategico che atletico, di un futuro plurivincitore di Slam. Uno che di Slam si intende è Nadal che al terzo turno dovrebbe incrociare la racchetta con Alexander Zverev, il tedesco di cui abbiamo parlato approfonditamente in uno degli scorsi articoli sulla Next Gen.
Brevemente, chiudiamo la presentazione del tabellone maschile con una carrellata di giovani tennisti presenti nel main draw cui potranno aggiungersi altri ragazzi tutt’ora impegnati nelle qualificazioni (Opelka, Tiafoe, Ruud, Chung e Bublik). Oltre al già citato Zverev, la truppa dei teenager si compone di Alex De Minaur, classe 1999 che si è messo in mostra in quest’inizio di stagione anche nei tornei ATP, Micheal Mmoh, americano classe 1998, Taylor Fritz, altro americano del 1997 e dell’australiano Omar Jasika, anch’esso del 1997. De Minaur, appena diciassettenne non sarà, tuttavia, il più giovane giocatore in competizione all’Open d’Australia: tra le donne, infatti, gareggerà la wild card australiana Dastanee Aiava, 16 anni, la prima giocatrice nata dopo il 2000 a partecipare ad un torneo dello Slam!

Pronostico quarti di finale maschili: Murray-Nishikori, Kirgios-Tomic, Nadal-Raonic, Thiem-Dimitrov

E gli italiani? No, non ci siamo dimenticati ma purtroppo c’è ben poco da dire riguardo al manipolo di ragazze e ragazzi che calcheranno il suolo australe. Come sappiamo, le donne stanno affrontando la parabola discendente della propria carriera e pure Sara Errani, ancora abbastanza giovane, non sembra riuscire a ritornare ai fasti di qualche stagione fa. Le altre portacolori saranno Karin Knapp che utilizza il ranking protetto e Roberta Vinci, testa di serie numero 15 che sta premeditando il ritiro dalle competizioni. Una che si ritirerà sicuramente a fine 2017 sarà Francesca Schiavone, all’ultimo Australian Open della carriera. Discorso a parte per Camila Giorgi – ormai in rotta totale con la federazione – che sembra, anche nel 2017, non discostarsi troppo dalla propria monostrategia che qualche volta la fa vincere ma che, più spesso, la fa perdere. In campo maschile, se possibile, abbiamo ancora meno speranze per gioire visti gli scarsi risultati degli azzurri. Il numero uno italiano è Paolo Lorenzi e giocherà un primo turno abbordabile contro Duckworth; Fabio Fognini disputerà la se la dovrà vedere contro Feliciano Lopez, mentre Seppi con Mathieu. Un sorteggio tutto sommato agevole per i tre, anche se vederli andare avanti nel corso del torneo pare pura ed esclusiva utopia.

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