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“Alea iacta est”. Il dado è tratto affermò Cesare, intento ad attraversare il Rubicone nel 49 a.C., segnando un punto di non ritorno nella storia romana. Il dado è stato tratto anche in occasione di questo intenso fine settimana di appuntamenti tennistici, nella quale figuravano gli atti conclusivi dei tornei 250 di Montpellier, Quito e Sofia accompagnati dalla meravigliosa cornice scenica della Fed Cup.

A Montpellier si è celebrato il secondo alloro ATP del 19enne Alexander Zverev, dopo quello conquistato a San Pietroburgo l’anno scorso ai danni di Wawrinka, ottenuto contro il beniamino di casa Richard Gasquet, vincitore di ben tre edizioni dell’Open Sud de France (2013, 2015, 2016). Il percorso del teutonico ha vissuto particolari sussulti emotivi, dovuti soprattutto all’intensità psico-fisica profusa negli incontri precedenti alla finale. L’esordio, di per sé agevole sulla carta, contro il britannico Aljaz Bedene ha rivelato invece dinamiche diametralmente opposte a quelle preventivate: il tedesco ha dovuto così avvalersi di un set supplementare per archiviare la pratica con il punteggio di 7-5 3-6 6-4. Non meno impegnativo è stato il suo match di quarti di finale contro il numero 68 al mondo, Jeremy Chardy, uno dei 13 giocatori transalpini in tabellone, anche quest’ultimo conclusosi al terzo set (6-4 4-6 6-2 in favore di Zverev). Ad attenderlo in semifinale c’era il numero 2 del seeding Jo-Wilfried Tsonga, voglioso anch’egli di rinnovare la propria bacheca di successi dopo l’ultimo trionfo avvenuto a Metz nel 2015 contro il connazionale Gilles Simon. La fiducia acquisita da Zverev nel corso dell’ultimo anno mezzo, però, ha consentito al tennista di Amburgo di prevalere anche in questa circostanza per 6-7 6-2 6-4. In finale, nonostante dall’altra parte del campo vi fosse Richard Gasquet, plurivincitore di questo evento, le esperienze accumulate in questo torneo dal numero 18 del mondo si sono dimostrate decisive nel prevenire un’ulteriore maratona al parziale decisivo, con il serio rischio di perdere l’incontro. Il tedesco fa suo il match in un’ora e 28 minuti di gioco vincendo per 7-6 6-3. Gasquet, dal lato suo, ha incontrato minori ostacoli nel suo cammino verso la finale, con la sola eccezione del match di quarti di finale contro Kenny de Schepper. Nel match inaugurale contro il tunisino Malek Jaziri il francese si è imposto nettamente per 7-5 6-2. Come accennato pocanzi, le difficoltà di Gasquet si sono condensate nell’incontro di quarti contro de Schepper, nel quale ha necessitato di tre set estenuanti (6-2 5-7 6-4) per venire a capo del quesito. Effimera è stata, invece, la resistenza offerta da Benoit Paire, che ha ceduto il passo al più quotato conterraneo in due comodi set (6-2 6-2). Di fatto la corsa del francese si concluderà in finale con l’amara sconfitta subita da Zverev.


A Quito, Victor Estrella Burgos continua a rimarcare il proprio dominio, grazie al terzo successo consecutivo ottenuto in Ecuador. Oltre a lui, nessun altro giocatore è stato in grado di imporsi da quando nel 2015 è stato istituito il torneo. A farne le spese in finale, purtroppo per i colori azzurri, è stato Paolo Lorenzi, autore di un percorso ineccepibile, contraddistinto da un inusuale costanza al servizio. I due provengono da tragitti completamente antitetici, ma pienamente compatibili nell’esito conclusivo. Il dominicano, numero 156 del ranking, ha dovuto compensare le lacune iniziali con il proprio carisma di guerriero per avere la meglio di alcuni avversari ostici come lo slovacco Andrej Martin sconfitto per 3-6 6-2 6-4 e la teste di serie numero 1 del tabellone, Ivo Karlovic, domato solo dopo tre tie break e tre match point annullati (6-7 7-6 7-6). Nei quarti Estrella ha affrontato l’italiano Federico Gaio, reduce da un ottimo cammino nella città ecuadoregna, riuscendo ad eliminare il faentino con un doppio 6-4. In semifinale è andato in scena il remake della finale 2016 disputata contro il brasiliano Thomaz Bellucci, nella quale a prevalere fu lo stesso dominicano. Anche questa volta il risultato è stato il medesimo: Estrella Burgos vince in due set tirati (7-6 7-6) aggiudicandosi per il terzo anno di fila la possibilità di competere per la vittoria finale. Lorenzi, invece, ha disputato incontri ben più agevoli, complice un rendimento al servizio molto solido. La prima vittima del senese è stato Matthew Ebden, numero 353 del mondo, battuto con un rapido 6-4 6-4. Nel turno successivo l’italiano se l’è dovuta con Rajeev Ram, cliente potenzialmente complicato da gestire, ma che alla fine non costituisce alcun pericolo e il match si conclude in favore di Lorenzi per 6-3 6-4. La semifinale contro lo spagnolo Albert Ramos-Vinolas si rivela una mera formalità e la sfida viene decisa in due set (6-1 6-4). L’atto conclusivo che vede opposti Lorenzi e Estrella Burgos è semplicemente emozionante. Il primo set si sviluppa seguendo l’ordine dei servizi: si giunge così al tie break, nel quale Lorenzi azzarda di più portandolo a casa per 7 punti a 2. All’inizio del secondo parziale la percettibile superiorità dell’italiano si concretizza nel break ottenuto nel game d’apertura, che lo proietta sensibilmente verso la conquista del torneo. Estrella, comunque, non è avvezzo ad abbattersi così facilmente e una volta annullata una pericolosissima opportunità di doppio break, ritrova la fiducia in sé stesso e riacciuffa l’incontro per il rotto della cuffia ottenendo il secondo set per 7-5. Nell’ultimo set si sono verificati diversi capovolgimenti di fronte: il primo ad effettuare un tentativo di fuga è stato il detentore del titolo, che ha mischiato le carte portandosi sul 4-2. Ed è in quest’occasione che emerge il processo di maturità del senese, forgiato negli anni di apprendistato. Con un colpo di reni finale riesce ad issarsi sino al tie break del terzo parziale, ma non avrà la fortuna necessaria per materializzare il successo, malgrado abbia avuto un match point sul 6-5.


In quel di Sofia ha avuto luogo la tanto attesa vittoria del giocatore di casa Grigor Dimitrov sul belga David Goffin. I due si erano già affrontati in occasione dei quarti di finale degli Australian Open meno di un mese fa, con il bulgaro capace di capitalizzare l’occasione propizia vincendo in tre set (6-3 6-2 6-4). Entrambi hanno percorso sentieri simili l’uno con l’altro. Dimitrov ha esordito contro il bombardiere polacco Jerzy Janowicz, precipitato in classifica a causa di un infortunio, riuscendo a reagire ad una situazione di punteggio complicata e archiviando la pratica in tre set (4-6 6-3 7-5). Goffin non ha dovuto recuperare alcun svantaggio iniziale nella sua partita contro il moldavo Radu Albot, numero 89 del mondo, ma ha dovuto comunque giocare tre set per vincere (6-2 6-7 6-3). Nessun problema patito dai due nel turno successivo con Dimitrov che risolve l’incontro contro Troicki in due set (6-3 6-3) e con Goffin che sconfigge il suo connazionale Steve Darcis per 6-1 6-3. In semifinale le strade si diversificano: Dimitrov accede facilmente in finale grazie ad una prestazione impeccabile contro il georgiano Nicoloz Basilashvili (6-1 6-3 il punteggio), mentre Goffin si fa largo solo in un secondo momento, battendo il campione in carica, Roberto Bautista Agut per 5-7 6-4 7-6. Sia il bulgaro che il belga hanno mostrato una ferrea volontà e una tenace consistenza nel volere prevalere in finale. Di fatto la maggior perspicacia del numero 12 del ranking consentirà a quest’ultimo di agguantare il titolo casalingo con il punteggio di 7-5 6-4.


Passiamo adesso ai risultati della Fed Cup: tra gli accoppiamenti proposti, figurano sfide particolari come Repubblica Ceca vs Spagna e Svizzera vs Francia, al quale si accostano altri due scontri diretti tra Germania e Usa e tra Bielorussia e Olanda. Incominciamo dalla prima. Gli incontri tra Repubblica Ceca e Spagna vengono ospitati, come spesso è accaduto ultimamente, alla Ostrava Arena dell’omonima città. Le prime a scendere in campo sono state Barbora Strycova e Garbine Muguruza. Malgrado il ritmo forsennato imposto dall’iberica nel primo parziale, la ceca riuscirà a reagire trascinando l’incontro al terzo. A spuntarla sarà però la spagnola che si aggiudica la partita per 6-0 3-6 6-1. Meno complessa è risultata l’incombenza della Pliskova nel fermare Lara Arruabarrena, match conclusosi per 6-4 7-5. Stranamente a senso unico il match più atteso tra le due top ten, Muguruza e Pliskova, terminato con un periodico 6-2 in favore della giocatrice di casa. A fornire il punto decisivo della sfida sarà la Strycova, che una prestazione magistrale ridimensiona la Arruabarrena e vince con un comodo 6-4 6-4. Il doppio, ininfluente ai fini della classifica, si è concluso in favore delle spagnolo Martinez Sanchez e Tormo in gara contro la Safarova e la giovane Siniakova, per 6-3 4-6 10-7. Al Palexpo di Ginevra si è svolto l’incontro tra la Svizzera e la Francia. Ad inaugurare le danze ci ha pensato Timea Baczsinszky, che una solida prestazione estromette la transalpina Alize Cornet per 7-5 6-4. A riequilibrare il risultato ci ha pensato Kristina Mladenovic, grazie ad una buona performance messa in luce contro la sua amica Belinda Bencic e conclusasi con il punteggio di 6-3 6-4. La sfida più equilibrata, e la più decisiva, della due giornate è stata quella andata in scena tra Bacsinszky e Mladenovic, terminata per 7-6 4-6 7-5 in favore dell’elvetica. A questo punto la strada per le padrone di casa è in discesa e la Bencic porta a compimento quanto di buono mostrato dalla squadra svizzera, battendo Pauline Parmentier per 6-3 6-4. A contedersi il doppio vi erano le coppie formate da Hingis e Bacsinszky opposte a Hesse e Mladenovic. Anche questo punto lo ottiene il team di casa che vince così con un netto 4-1. Gli altri risultati della Fed Cup sono stati: Germania vs USA 0-4 e Bielorussia vs Olanda 4-1. Da segnalare, purtroppo per noi, la sconfitta casalinga per 2-3 subita dall’Italia contro la Slovacchia, che non consente alle azzurre di potersi giocare la possibilità di rientrare nel World Group.

 

 

 

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