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L’impeto della 36esima sfida tra Roger Federer e Rafael Nadal negli ottavi di finale di Indian Wells, ha monopolizzato l’attenzione globale quasi esclusivamente sulla portata epica che tale incontro concentra in sé, all’indomani della pluricitata quanto osannata finale degli Australian Open, finendo per oscurare il parterre dei restanti match.

L’inevitabile attenzione mediatica, cronistica e letteraria che ciclicamente attornia e disquisisce delle loro contrapposizioni, a volte rischia di alimentare false speranze e per giunta disattendere le attese. In questa circostanza, di fatto, le previsioni ottimistiche prospettate, o quanto meno auspicate, dagli appassionati di godere di uno spettacolo simile a quello di Melbourne, non hanno avuto un seguito, complice la meravigliosa opera d’arte esibita dal maestro svizzero, capace di annichilire la sua nemesi in due set (6-2 6-3) semplicemente sbalorditivi. La bisettrice sinistra, nota per essere l’architrave del sistema tattico dello spagnolo, si è trasformata nel principale punto di forza di Federer, il quale non ha quasi mai usufruito del rovescio in back per contenere le accelerazioni devastanti del dritto di Nadal. L’ossessiva intenzione, da parte dell’elvetico, di neutralizzare il tanto temuto fondamentale, ha promosso una sua maggiore propensione verso la rete, così come una miglior distribuzione del servizio, costringendo il maiorchino a un complesso adattamento in ribattuta. Il risultato parla da solo: il dominio a tutto campo applicato dal giocatore di Basilea ha consentito di rovesciare la tendenza positiva di quest’inizio di stagione di Nadal sui campi veloci, dopo le finali raggiunte dallo stesso in Australia e in Messico.


Il prossimo avversario a frapporsi fra Federer e il suo quinto alloro ad Indian Wells sarà l’australiano Nick Kyrgios, carnefice per la seconda volta in poco più di una settimana del numero 2 al mondo, Novak Djokovic, per 6-4 7-6. Sono bastati un break nel primo set e un tie break nel secondo al numero 16 del ranking per avere la meglio del serbo, a riprova del difficile momento di quest’ultimo che perdura ormai da quasi un anno, dai postumi della famigerata vittoria al Roland Garros per la precisione. In alcuni tratti della partita Djokovic è apparso quasi remissivo, conscio di non essere al meglio della condizione e, perciò, vittima delle sue stesse incertezze. Bisogna comunque rendere merito alla fantastica prestazione di Kyrgios, che al servizio non ha concesso nemmeno una palla break, piazzando 15 aces e vincendo l’86% dei punti con la prima. Impietoso è invece il dato relativo al numero di gratuiti concessi dall’ex numero al mondo: 25 contro i 19 dell’australiano. Errori che denotano una marcata confusione tattica, frutto del recente passato turbolento in cui si è materializzata la separazione con Boris Becker. Si interrompe così la striscia di 19 partite vinte consecutivamente nel deserto californiano da parte di Novak, la cui ultima sconfitta risaliva alla semifinale del 2013 quando perse contro Del Potro, suo avversario anche nel turno precedente. Kyrgios spera di poter migliorare il proprio piazzamento nei Masters 1000 ottenuto lo scorso anno a Miami, in seguito alla sconfitta subita da Kei Nishikori in semifinale.


Il nipponico, a sua volta, è sceso in campo contro Donald Young, giocatore di casa alla sua miglior prestazione di sempre sul cemento nordamericano. L’incontro è stato ben lungi dall’essere combattuto, nonostante si sia intravista qualche avvisaglia dopo il break ottenuto dallo statunitense nel secondo game del secondo parziale e protrattosi sino al 4-2, prima di subire il contro break rabbioso del giapponese. Nishikori avanza così ai quarti (6-2 6-4 il risultato finale), dove incontrerà un altro statunitense, ovvero Jack Sock, reduce da due autentiche maratone contro Grigor Dimitrov, nella quale ha dovuto fronteggiare quattro match point, e contro Malek Jaziri, domato solo dopo tre altrettanto lottati set (4-6 7-6 7-5). Continua, invece, il sorprendente cammino di Pablo Cuevas che estromette il belga David Goffin, semifinalista qui lo scorso anno peraltro, per 6-3 3-6 6-3. A completare il quadro dei quarti di finale si sono aggiunti Stan Wawrinka, vincitore contro il 21enne Yoshihito Nishioka per 3-6 6-3 7-6, e Dominic Thiem, facilmente sbarazzatosi di Gael Monfils per 6-3 6-2.


Sul versante femminile si sono disputati i match di quarti di finale, a cominciare dalla partita più attesa tra Garbine Muguruza e Karolina Pliskova, nella quale ad emergere è stata la ceca, numero 3 del mondo grazie a due tie break molto serrati, che le sono valsi il primo accesso in carriera alle semifinali di Indian Wells. A contenderle un posto in finale vi sarà Svetlana Kuznetsova, che ha impiegato davvero pochissimo tempo nell’avere la meglio sulla connazionale Anastasia Pavlyuchenkova (6-3 6-2). In ultimo luogo la rimonta di Kristina Mladenovic su Caroline Wozniacki (3-6 7-6 6-2), consente alla giocatrice transalpina di approdare alle semifinali del torneo californiano per la prima volta in carriera. 

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