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Tempo di semifinali e finale nel Principato monegasco. Ultimi giorni di tennis  quelli di sabato e domenica sui campi in terra battuta del primo Master 1000 “in rosso” di questo 2017 iniziato sotto il segno di Roger Federer.

A giocarsi l’accesso alla finale sono rimasti due spagnoli (Nadal e Ramos Vinolas), un belga (Goffin) ed un francese (Pouille) a testimoniare ancora una volta come il continente europeo la faccia da padrona soprattutto su questa superficie. Nadal è ovviamente il favorito assoluto, sia in virtù della testa di serie numero 4, la più alta tra i quattro giocatori, sia ovviamente per il suo background proprio qui a MonteCarlo e più in generale sulla terra. 10, 11 e 15 le altre teste di serie rispettivamente di Goffin, Pouille e Ramos. Questo dato risulta essere molto significativo sul livello del tennis espresso in questo torneo e di quello che si potrebbe vedere nelle ultime 3 partite in programma. Troppi giocatori si sono presentati senza una condizione fisica, mentale o motivazionale accettabile abbandonando anzi tempo il torneo.

La prima semifinale è anche la meno nobile delle due e vede sfidarsi due outsider. Da un lato il giovane e talentuoso Pouille già semifinalista lo scorso anno su questi campi, dall’altro lo spagnolo Ramos Vinolas, uno dei giocatori con più tornei all’attivo in questi primi mesi del’anno. Per lui infatti si tratta già del sesto torneo soltanto sulla terra rossa con tutta la campagna sudamericana (una finale e due semi) ed il torneo di Casablanca che lo ha visto uscire sconfitto da Coric, una delle delusioni nel principato. I precedenti sono in perfetta parità, 1-1 con vittoria dello spagnolo sulla terra di Kenitra nel 2014 e del francese sul duro di Auckland nel 2015. Pouille dopo un avvio brillante con semifinale a Dubai e finale a Marsiglia, si è un po’ perso per strada nei tornei americani ed è al primo appuntamento stagionale sulla terra rossa. Partita quindi in equilibrio con lo spagnolo in leggerissimo vantaggio proprio per le sue migliori attitudini su questa superficie. Lo spagnolo parte subito con il piglio giusto interpretando al meglio il match. Il break in apertura aveva già dato un segnale importante anche se il transalpino reagisce alla grande trovando subito l’1-1. Le  traiettorie mancine di Vinolas impensieriscono Pouille che fatica ad uscire dalla rete arrotina del rivale. Ci prova troppo spesso con giocate estemporanee che non fanno altro che regalare punti gratis a Ramos. Sul 3-3 Pouille perde nuovamente il servizio e dopo un tentativo di reazione nel game successivo prontamente stoppato dal rivale, cede le armi perdendo ancora una volta il servizio addirittura a 0. Nel secondo Set è l’equilibrio a farla da padrone con l’iberico che trova maggiori difficoltà a tenere con tranquillità il servizio. Salvando 3 palle break, riesce comunque a portarsi fino al 5 pari. Anche nell’undicesimo game il mancino spagnolo deve fronteggiare tre palle break. Le prime due riesce a salvarle ma sulla terza nulla può andando sotto 6-5. L’ultimo game del secondo Set è abbastanza equilibrato, si va ai vantaggi ma al primo tentativo Pouille porta il match sul 1-1. L’inerzia del match sembra dalla parte del giocatore più giovane ma Ramos mantiene un “attitude” importante. Fondamentale per lui tenere il servizio nel gioco d’apertura del Set decisivo, cosa che non riesce a fare il suo avversario che con un doppio fallo suicida consegna game e chiavi dell’incontro. Ramos, con la possibilità di giocarsi la sua prima finale in un Master 1000 in carriera, non si guarda più indietro, tiene con spavalderia i propri turni di battuta e dopo aver brekkato ancora una volta Pouille si aggiudica l’incontro in poco più di 2h.  6-3   5-7   6-1.

Sul Court Ranieri III è ora il turno del campionissimo Rafa Nadal, già vincitore 9 volte in terra monegasca ed il belga Goffin, autore dell’upset più clamoroso del torneo con l’eliminazione nei quarti di Nole Djokovic. Incredibilmente si tratta del primo incontro ufficiale tra due giocatori da anni ai vertici della classifica ATP, amanti del rosso e che quindi ci si aspetterebbe con diversi precedenti. Goffin non ha iniziato l’anno nel modo migliore con tante sconfitte nei primi turni e le sole vittorie in Davis contro l’Italia ad alzare il morale del giocatore belga. Nadal è ancora alla ricerca del suo primo titolo stagionale con 3 finali perse (2 da Federer ed una da Querrey ad Acapulco) e non c’è posto migliore se non il primo torneo sulla terra per togliere quel fastidioso 0 dalla casella titoli vinti. Lo spagnolo dopo un primo turno più complicato del previsto ha passeggiato con Zverev e Shwartzman preservando importanti energie psicofisiche. Al contrario Goffin viene dalla vittoria rocambolesca con Djoko (sotto di un break per quasi tutto il terzo Set) che ha dato sì grande fiducia ma ha sicuramente tolto molta energia. L’inizio del match vede il belga uscire meglio dai blocchi ed avere sul 3-2 una palla break importante. Nadal spara lunga una palla cedendo il servizio ma il giudice di sedia con un errore macroscopico spegne la festa belga sul nascere ed in definitiva ogni possibilità di vedere Goffin trionfare. Tutti hanno parlato e ancora parlano dell’errore attribuendo all’arbitro gran parte della sconfitta del belga. Ovviamente la controprova non ci sarà mai ma seppur nel tennis  i punti non abbiano tutti la stessa importanza (e questo ne aveva moltissima), crediamo che Nadal avesse ancora tempo e possibilità per far suo l’incontro; ma  soprattutto un giocatore del calibro di Goffin, non può (se così è successo come molti dicono) e non deve abbassare così tanto il proprio livello di gioco per un errore seppur grave come quello che gli ha tolto la possibilità di andare a servire sul 4-2. Da quel momento in poi David conquista soltanto 2 game soccombendo 6-3   6-1.

 

La domenica, come da tradizione, scendono sul centrale di Montecarlo i due finalisti, i due spagnoli Ramos Vinolas, testa di serie numero 15 e sorpresa assoluta di questo torneo, e Rafa Nadal, attualmente numero 7 al mondo ma ancora il favorito assoluto quando si gioca sulla terra. I numeri sono quanto di più diverso ci possa essere trattandosi di una finale; prima finale Master 1000 per Ramos, 49 titoli sul rosso già nel cassetto per Rafa, dei quali 9 nel principato, a Barcellona e a Parigi. Essendo Montecarlo cronologicamente prima degli altri due tornei, su questi campi Nadal potrebbe celebrare un traguardo storico: primo tennista Open a vincere per 10 volte lo stesso torneo ( e stiamo parlando di un Master 1000!!!).  La finale inizia quindi con quasi soltanto questa aspettativa, non ci si attende molto a livello agonistico ed infatti già dai primi punti Ramos si dimostra inadatto all’avvenimento (che si è comunque ampiamente meritato benintesi) soccombendo quasi senza colpo infierire ad un Nadal in ogni caso lontano da una forma ideale. La partita si dipana con una trama a senso unico visto che a parità di dominanza (entrambi mancini), strategia (molta rotazione da lontano con predilezione per scambi lunghi) la differenza tecnica, atletica e di personalità tra i due è probabilmente tra le maggiori mai viste in una finale di Master 1000. Con estrema scioltezza il nativo di Manacor si impone 6-1   6-3 anche grazie al doppio fallo finale del rivale, ultimo segno di una resa incondizionata.

Per Nadal si tratta quindi di raggiungere un record storico con la “decima” in un torneo, nessuno mai c’era riuscito finora e difficilmente nessuno ci riuscirà per lo meno a breve. Anzi come già scritto potrebbe lui stesso eguagliarsi a Barcellona ( in dubbio la sua presenza quest’anno) e addirittura al Roland Garros (dove servirà un Nadal sicuramente superiore). Altro record passato un po’ in sordina è quello dei 50 tornei vinti sulla terra rossa superando Vilas che era fermo a 49. Record incredibile perché Rafa ha ampiamente la possibilità di incrementare questo numero in maniera anche importante (4-5 tornei on clay può ancora vincerli nei prossimi anni se rimarrà integro fisicamente) ma anche perché rispetto a qualche decennio fa (quello di Vilas ad esempio) la stagione sul rosso è molto corta soprattutto per i grandi campioni con soltanto due mesi all’anno disponibili visto che quelli sudamericani vengono molto spesso snobbati dai top Player essendo subito prima dei Master 1000 americani, e dopo Wimbledon ci si prepara direttamente per gli US Open.

 

Complimenti quindi ad uno dei più grandi tennisti dell’era Open e di tutti i tempi, non solo sulla terra dove ovviamente ha raccolto più di chiunque nella storia ma in generale. Un po’ di delusione rimane per il livello visto in questo torneo di MonteCarlo ed in generale sembra che il divario tra la qualità del tennis prodotto sulla terra sia sensibilmente elevato con quello che si vede su altre superfici. O forse dipende solo dalla qualità del gioco che i migliori tennisti riescono a sviluppare nelle varie fasi dell’anno. Non ci  resta che attendere i prossimi impegni (Madrid e Roma su tutti) prima del grande avvenimento parigino del Roland Garros.

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