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Giusto il tempo di digerire l'appena conclusosi torneo di Indian Wells e già siam pronti per trasferirci 6 ore di aereo ad est attraverso gli Stati Uniti, nella più tropicale Miami, dove ha preso il via il secondo Master 1000 della stagione.

Torneo sin dalle prime battute molto avvincente, ne è un esempio la sfida che ha visto contrapposti l'ex top ten Fernando Verdasco ed il lussemburghese Gilles Muller.

Match all'insegna dell'esperienza, sono infatti 32 le primavere per entrambi i contendenti, i quali hanno in comune anche la prerogativa di essere mancini; spiccate però sono le differenze nell'interpretazione strategico-tattica del gioco; giocatore più alla spagnola, quindi fondocampista, il madrileno, mentre maggiormente impegnato a sfruttare i suoi 193cm il numero 44 del mondo, soprattutto per mezzo dell'importante servizio.

Ed in effetti alte sono le percentuali per Muller alla battuta, che tuttavia, pur mettendo più prime in campo, raccoglie meno punti rispetto al suo avversario. Dopo circa un'ora e trenta di gioco è Verdasco a mettere il sigillo sulla partita, imponendosi per 7/6 6/3 e portandosi così sul 3 a 1 negli scontri diretti.

Quella tra Russia e USA è una rivalità radicata nella storia, di matrice prevalentemente idealista, sociale e politica, rivalità che si traduce in campo nella battaglia che ha visto impegnati per l'appunto due rappresentanti di queste grandi nazioni; il per la russia il venitcinquenne Evgeny Donskoy, per gli Stati Uniti il più esperto Rajeev Ram.

Dopo le soddisfacenti prestazioni regalate in California, Ram si presenta quest'oggi da favorito, malgrado conceda ben 7 anni di scarto al suo avversario; partita che a dispetto del pronostico procede tuttavia sui binari dell'equilibrio.
Dopo oltre un'ora e 40 di gioco è l'americano, soprattutto grazie al suo micidiale servizio, ad avere il sopravvento, al termine di due set decisisi sul filo di lana, col punteggio di 7/5 7/6.

Da segnalare anche le vittorie di Mikhail Youzhny, passato su un troppo nervoso e poco lucido Ernest Gulbis; dell'australiano Sam Groth che con le sue cannonate da fondo ha letterlamente polverizzato Estrella-Burgos ; e dei due ventenni Kyle Edmund e Luca Pouille usciti vittoriosi ai danni dei rispettivi avversari Jiri Vesely e Teymuraz Gabashvili.

Meno avvincente il primo turno per quel che concerne il tabellone femminile, povero di sorprese e di spunti interresanti, ad eccezione della partita che ha visto coinvolte Caroline Garcia e Mirjana Lucic-Baroni.

La francese, precocemente esclusa in quel di Indian Wells per mano della tennista di casa Christina Mchale, trova oggi riscossa conquistando un soffertissimo secondo turno, al termine di un incontro protrattosi sino al terzo set.
Domina il primo parziale la numero 73 del mondo, la quale poi forse paga i suoi 34 anni e si vede costretta ad arrendersi alla maggior freschezza ed al talento di una motivata Garcia, che fà dunque sua la partita con il punteggio di 2/6 6/1 6/3.

Decisamente più interessante invece ciò che il torneo offre in termini di nuove leve ed è proprio sui possibili campioni del futuro che proponiamo di focalizzare l'attenzione, a cominciare dalla numero 36 del mondo Daria Kasatkina.

Appena diciottenne la russa ha attirato su di sè gli occhi di milioni di appassionati ed addetti ai lavori, potendo già vantare ben 6 titoli vinti in singolare; aspettative più che giustificate alla luce anche dello splendido Indian Wells appena disputato, che l'ha vista scavalcare atlete ben più esperte e più quotate in termini di ranking e raggiungere per la prima volta in carriera i quarti di finale di un Master 1000. 

Parte col piede giusto anche quì a Miami la russa, uscita trionfante da una dura lotta protrattasi sino al terzo contro l'ucraina Katerina Bondarenko.
Match in salita per la Kasatkina che si trova subito a dover rincorrere, sotto di un set; ok.. è giovane e talentuosa, ma la vera campionessa è colei che sà soffrire, che non molla, che dinnanzi un problema cerca soluzioni, non scuse, colei che rispetto alle proprie possibilità riesce sempre a dare il massimo; ce la farà la russa a dare continuità alla sue recenti prestazioni e non cedere sotto il peso della pressione e delle difficoltà?

Ebbene la risposta è sì! Dimostra carattere, grinta ed anche grande intelligenza la Kasatkina che, assorbito l'urto e ripulita la lavagna della mente, si rende protagonista di una dirompente rimonta, che la porterà ad annullare la sua avversaria ed a conquistare un meritatissimo secondo turno con il punteggio di 2/6 6/1 6/2.

Per quel che concerne gli uomini, vi era attesa per l'esordio di un altro russo, Andrey Rublev, ragazzo classe 1997, dall'indiscutibile talento; già capace lo scorso anno di avere la meglio su un ex top ten come Fernando Verdasco.

Purtroppo delude le aspettative l'attuale numero 154 del mondo, costretto ad arrendersi in soli due set allo spagnolo Inigo Cervantes.

Chi invece sembra essere più lanciato che mai è il tedesco Alexander Zverev, protagonista di quello che sembrerebbe essere il match più interessante in prospettiva futura, qual'è quello che lo ha visto contrapposto all'americano classe 1998 Michael Mmoh.

Originario dell'Arabia Saudita Michael, il cui nome è dovuto alla leggenda del basket Michael Jordan, idolo dei suoi genitori, è un figlio d'arte; il padre infatti giocò da proffessionista a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, conquistando tra gli altri un secondo turno in quel degli US Open, nonchè il best ranking di numero 105 del mondo e maturò una bella amicizia con il campione tedesco Boris Becker.

Nome il suo che si va ad aggiungere alla folta lista di talenti stelle e strisce, tra i quali citiamo i suoi coetanei Taylor Fritz e Frances Tiafoe.
Proprio come il padre, Mmoh presenta un fisico possente, già perefettamente definito sebbene la giovanissima età; tonicità ed esplosività che ne tracciano anche il profilo tennistico, di giocatore rapido, agile e completo nel bagaglio tecnico, pur prediligendo il palleggio da fondocampo piuttosto che prendere la via della rete.

Non ha bisogno di tante presentazioni invece Alexander Zverev, tennista che grazie alle sue qualità ed i risultati ottenuti nelle ultime due stagioni, non ultima la strepitosa prestazione offerta la scorsa settimana contro il fenomeno maiorchino Rafael Nadal, si può già considerare a soli 18 anni una delle certezze del tennis del futuro.

Molto diverso dal suo odierno avversario, sia sotto il profilo antropometrico sia, conseguentemente, sotto il profilo tennistico; con i suoi quasi 2 metri di altezza il tedesco imposta sul potente servizio tutto il suo gioco; battuta che sfrutta al 100% verticalizzando molto e di questo vogliamo rendergliene merito, essendo uno dei pochi tennisti in circolazione, giovani e non, a deliziarci ancora con l'arte del serve&volley, seppur non disdegni anche una discreta mobilità da fondo.

Forse spremuto dalle fatiche di Indian Wells e con quella volée sciagurata che avrebbe potuto portarlo per la prima volta ai quarti di finale di un 1000 ancora negli occhi e nella mente, Zverev si presenta oggi non al meglio della forma; appare poco reattivo, insicuro, distratto, quella offerta non è certamente una delle sue performance più memorabili.

Fortunatamente per lui dall'altra parte della rete vi era un esordiente, meno esperto nonostante siano coetanei, che per via di un pò di agitazione non è riuscito a sfruttare le tante opportunità concessegli dal tedesco.

Ne risulta un match dominato dagli errori, poco spettacolare, anche se molto equilibrato nel punteggio.
Laddove una partita viene decisa sul filo di lana, nel momenti che contano è l'esperienza che ti porta a sbagliare meno, a fare cioè la differenza ed è per questo che, malgrado la "giornata no", è Zverev ad avere la meglio, più abituato rispetto all'avversario a giocare partite di un certo spessore.

Prosegue dunque la sua marcia il tedesco che passa al secondo turno con un doppio 7/6, dopo quasi due ore di gioco; non è una bocciatura per Mmoh che ha semplicemente pagato l'emozione. Anzi.. siamo certi che con interpreti così, il tennis americano abbia più di una garanzia per poter tornare ai fasti di un tempo. 

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