“Pronto”
“Pronto”
“Allora?”
“Allora che?”
“Beh?”
“Beh tu!”
“Io cosa
“Chi sei?”
“Dovresti saperlo”
“Mi hai chiamato col numero privato e anche a carico del destinatario”
“Scozzesi! Tirchi anche coi milioni in tasca! Qualcosa mi dice che non siete cambiati molto”
“Si può sapere chi diavolo sei e come fai ad avere il mio numero?”
“Me l’ha dato Bunny Austin”
“Chi?”
“Veramente Ivan l’ha dato a Jaroslav, che l’ha dato a Bunny, che l’ha dato a me la settimana scorsa”
“...”
“Erano tre anni che lo cercavo”
“Scherzi di m***a...Ora basta!”
“Cristo, me l’avevano detto che eri una testa di legno. ma sei peggio di quanto credessi... No! Non chiudere!”
“Ma che vuoi da me?”
“Sono Fred”
“Fred chi?”
“Ma sentilo... ‘Fred chi’...”
“Allora?”
“Frederick John Perry, contento testa di legno?”
“Fred Perry?”
“Finalmente ha capito”
“E’ uno scherzo”
“Ancora...”
“Fred Perry è morto”
“E quindi?”
“Quindi non dovrebbe chiamarmi”
“Davvero?”
“Tanto meno a carico del destinatario...”
“Ci risiamo...”
“E perché dovrei credere che Fred Perry stia parlando al telefono con me?”
“Santo cielo, perché lo sta facendo proprio adesso!”
“E anche se fosse così, cosa mi direbbe Mr. Perry, morto ventuno anni fa?”
“Direbbe che ce l’hai fatta, ragazzo! Che nonostante la testaccia di scozzese che ti ritrovi, ora in cima al mondo ci sei tu!”
“Beh, grazie...”
“Sai, ragazzo, in te non ci speravo più di tanto. Ti avrei visto di più sul campo da football o da rugby con le gambe che hai... ma guardati invece! Lo sai da quant’è che aspettavo una cosa del genere? Intendiamoci, non che qualcuno mi superasse...vincere mi è sempre piaciuto più di qualunque altra cosa e ancora ritengo che niente vi possa essere paragonato! Aspettavo un avversario degno di questo nome, tutto qui...
Fino a qualche anno fa pensavo che finalmente un vero inglese avrebbe dato una bella lucidata ai trofei... ma niente! Mr. Henman non ce l’ha fatta, ma in lui sì che ci speravo! Di serve & volley così non ne fanno più, ragazzo, di gentiluomini così non se ne vedono più... purtroppo Mr. Henman gentiluomo lo era anche troppo. Era troppo buono santo cielo! Per fare di queste imprese bisogna avere una certa classe, ma non nego che qualche volta si debba anche saper tirare fuori il coltello...”
“...”
“E quindi sei arrivato tu! E io che pensavo di essere antipatico... non avevo ancora visto te! Quel rovescio a due mani poi, sarà anche efficace, ma non ce la faccio a vederlo!”
“...”
“E poi, ragazzo, dì a tua madre di lasciarti in pace, non hai più dodici anni!
Per fortuna ho cose più importanti da dirti”
“...”
“Gran bel lavoro in Davis l’anno scorso, ... io e Bunny abbiamo visto tutte le vostre partite. Avevamo anche scommesso su di voi, lo sai? Era ora che gliela faceste finalmente vedere ai francesi e agli americani anche se...devo dire...non mi sembrano più quelli di una volta...
Wimbledon poi...Andy penso che tu l’abbia capito che quello non è un torneo come tutti gli altri”
“Già”
“E le Olimpiadi? Lo sai quanti ce ne sono qui con me che avrebbero voluto essere al tuo posto? E invece no, non si poteva! Non eravamo abbastanza dilettanti per gli imbecilli del comitato... ma l’importante, ragazzo, è che l’abbia fatto almeno tu e non una, ma due volte!”
“Dici sul serio?”
“...”
“Dico...sei davvero Fred Perry?”
“Siete irrecuperabili voialtri eh...”
“Allora?”
“No, sono Santa Claus!”
“...”
“Di questo passo ti ritrovi Sir, ragazzo”
“Probabile”
“Già...suona bene, Sir Testa di Legno...”
“Sto crepando dalle risate”
“Ottimo! Tra quanto sei qui?”
“Ora chiudo sul serio...”
“Si chiama senso dell’umorismo, ragazzo, anche se non sono sicuro che al di là del Tyne ve ne abbiano mai parlato”
“...”
“Toglimi una curiosità”
“Cosa?”
“Com’è tirare una palla a 120 miglia all’ora?”
“Che razza di domanda è?”
“Ma lo sai con quali racchette giocavamo noi, vero?
“Si che lo so. E’ tutto molto veloce...”
“Ma non mi dire...”
“Toglimela tu una curiosità piuttosto”
“Ah ah! La testa di legno ha partorito una domanda!”
“Dovunque tu sia...si può anche giocare?”
“Si”
“E?”
“E c’è il problema delle prenotazioni”
“Che?”
“Si hai capito bene, le prenotazioni. Hai presente gli Slam ragazzo? Stessa cosa. Prenoti e ti mettono in campo con chi capita o con chi vogliono loro, chi lo sa...e qui ce n’è di gente strana, sai?
“...”
“Organizzano tornei e c’è anche una classifica”
“Mi stai prendendo in giro”
“...”
“Chi l’ha vinto l’ultimo?”
“Ashe”
“Contro?”
“Gonzales”
“E tu che hai fatto?”
“Quarti. Al quinto con Budge.”
“Fate ancora cinque set?!”
“Per chi ci hai preso, ragazzo? Certo che facciamo cinque set. E qui si gioca con le vecchie regole: niente tiebreak!”
“...”
“Già, a volte quello lì sembra ancora ingiocabile...”
“E il doppio?”
“Domani ho la semifinale”
“Dici sul serio?”
“Santo cielo... ma ti sembro uno che inventa quello che dice?”
“Ehm, no...”
“Comunque sì e a dir la verità non me l’aspettavo neanche io. Perry e Austin battono Quist e Bromwich! Domani ci giochiamo la finale, ma sarà ancora più difficile”
“Con chi giocate?”
“Tilden e Kramer”
“Buona fortuna”
“Grazie”
“Femminile?”
“Lenglen batte Connoly”
“E il misto? Il misto c’è?”
“C’è anche quello. Gerulaitis e Wills battono Segura e Marble. C’è anche un premio fair play se è per questo, anche se sono quarant’anni che lo vince lo stesso”
“Chi?”
“Gottfried”
“Bryan Gottfried?”
“Quello è vivo testa di legno! Io parlo del barone Gottfried von Cramm”
“Ah”
“Da quando è arrivato lo danno sempre a lui”
“...”
“E c’è quel pazzo di Riggs che vuole giocare contro Serena Williams, diglielo che ha già piazzato le scommesse”
“Forse sarà meglio di no...”
“Forse la verità è che, ragazzo, noi due siamo molto più vicini di quanto crediamo”
“Che intendi?”
“Che in realtà siamo uguali, io e te”
“Tu credi?”
“Sì”
“Forse non hai tutti i torti”
“Lo so”
“...”
“Temo di doverti lasciare, ragazzo, tra mezz’ora vado a teatro”
“Cosa?”
“Sì purtroppo... è quel vecchio spostato di Bill che non la pianta di rifilarci le sue commedie tutti i giovedì”
“Bill chi?”
“Tilden! Ogni settimana la stessa storia, ha davvero superato il limite!”
“Sono così tremende?”
“Una peggio dell’altra, ragazzo, e come se non fosse abbastanza ci si mette anche lui sul palcoscenico...”
“Recita così male?”
“Diciamo che è meglio quando gioca a tennis”
“Non c’è mai fine al peggio eh?”
“No, non c’è”
“Devo andare anch’io”
“E’ stato un piacere parlare con te, Mr. Murray”
“Anche per me, Mr. Perry”
“Tieni d’occhio il telefono a gennaio, ci sentiamo in Australia. Hai capito, vero?”
“Sì, Mr. Perry, credo di capire...
Ci sentiamo in Australia”
Chi era Frederick John Perry
di Luca Bottazzi
Campione britannico dello sport tra i più amati nel suo paese, è nato a Stockport nel Cheshire il 18 maggio 1909. Noto al pubblico col soprannome Fred, la sua statua in bronzo ricorda costantemente al pubblico di Wimbledon le sue gloriose gesta. Prima del tennis a soli diciotto anni divenne campione del mondo di tennistavolo a Budapest nel 1929. Oltre alla famosa azienda di abbigliamento sportivo che ha creato negli anni trenta, il suo nome è legato alla leggenda di Wimbledon e della Coppa Davis. Fred Perry è stato numero uno del mondo tra il 1934 e il 1936 vincendo tutte le prove dello Slam. Per l’esattezza sono otto i titoli conquistati nel singolare di cui uno in Australia, uno al Roland Garros, tre a Wimbledon e tre ai Campionati Americani (oggi US Open). La sua ultima vittoria a Wimbledon del 1936 è stata l’ultima per un tennista britannico fino alla prima di Andy Murray del 7 luglio 2013. Frederick Perry è stato eroe di Davis conquistando l’insalatiera per quattro anni consecutivi dal 1933 al 1936, anno in cui alla fine della stagione passò al professionismo diventandone per qualche anno il numero uno. Perry ha attraversato buona parte della storia del gioco, dall’età classica a quella moderna. Si è spento all’età di 85 anni a Melbourne il 2 febbraio 1995.