ATP Master 1000 di Cincinnati, ultimo grande appuntamento sul cemento americano, precedente gli US Open, impoverito nella forma per via delle assenze di molti grandi nomi, ma non nella sostanza; incertezza nei pronostici, match equilibrati e tennis agonistico si sono rivelati gli ingredienti per fare, malgrado tutto, di Cincinnati una competizione avvincente ed appassionante. Torneo che trova la sua naturale conclusione nella finale che vede contrapposti due atleti che nella concezione comune, sarebbero dovuti essere destinati ad occupare i piani più alti del tennis mondiale: Nick Kyrgios, fautore dell’eliminazione di Rafa Nadal, e Grigor Dimitrov, protagonista di una stagione fino a qui straordinaria.
Epilogo finale per quanto concerne ATP Master 1000 di Montreal, primo grande appuntamento della tournée sul cemento americano. Scenario che propone uno scontro generazionale tra il fuoriclasse svizzero Roger Federer ed il papabile numero uno del futuro, Alexander Zverev. Stagione superlativa per entrambi i contendenti che si presentano all’appuntamento forti di una successione lodevole di vittorie consecutive; 9 per il tedesco contro le addirittura 16 dello svizzero, il quale, malgrado i 16 anni di differenza, si affaccia alla vigilia godendo dei favori del pronostico.
Mentre in Italia ognuno a modo suo si difende o si lamenta dell’anticiclone Lucifero, dall’altra parte dell’oceano si mettono le basi per l’assalto all’ultimo Slam dell’anno, gli US Open. Le due tappe d’avvicinamento principali in campo maschile sono senza dubbio i due Masters 1000 del Canada e di Cincinnati. La Rogers Cup, ovvero il torneo che si disputa ad anni alterni tra Montreal e Toronto, è il primo passo sul cemento americano per coloro che hanno ambizioni di vittoria a Flushing Meadows. Ma ha senso di parlare di Master 1000? Ovviamente dal punto di vista dei punti in palio, del prize money, della location sì, ma a livello tecnico? Da qualche anno ormai la programmazione di molti atleti (e non solo dei migliori…), bypassa l’evento nordamericano impoverendo in modo sensibile l’entry list del torneo. Il torneo di Wimbledon rappresenta per molti top player un punto di svolta fondamentale della stagione e l’esito di questo torneo modifica sensibilmente la programmazione. Chi ha sofferto di piccoli o grandi malanni durante la prima parte dell’anno cerca di tenere duro fino all’appuntamento londinese per poi tirare le somme e decidere se e come continuare la stagione. Chi non si sente particolarmente in forma utilizza i mesi estivi come momento di vacanza, recupero e preparazione in vista degli ultimi mesi dell’anno, mentre al contrario, chi ha giocato troppo, si prende un break per ricaricare le pile quantomeno a livello mentale. Questo solo per parlare dei più forti ma anche tra coloro che non hanno ambizioni immediate di vittoria si tratta di fare una scelta. Volare presto oltreoceano per giocare sul cemento americano o provare a racimolare punti e soldi più “facili” sulla terra europea o nei challenger sparsi per il mondo? L’Europa da molte possibilità ai “terraioli” di continuare a giocare sul mattone rosso e molti ne approfittano rimandando l’ambientamento al cemento.
Parlando di nomi e numeri, attualmente (in attesa di rinunce last minute) il cut off del main draw è il numero 66 ATP. A MonteCarlo che è un Master 1000 sui generis il cut off era 60 mentre a Roma addirittura 54. Anche a Parigi Bercy che secondo molti addetti ai lavori non sempre viene preso in considerazione dai migliori perché a fine stagione, il cut off era 50!! Non solo; proprio perché non è una prerogativa dei top player ma è una tendenza comune, il cut off del tabellone di qualificazione quest’anno è sceso fino al numero 326……. Niente a che vedere con il 132 di MonteCarlo, il 121 di Roma o il 106 di Parigi Bercy. Purtroppo questo andamento al ribasso è già iniziato da qualche anno e non sembra fermarsi. Nel 2016 (come attenuante c’era però il torneo Olimpico terminato da poco…) il cut off principale era 89 mentre nelle quali addirittura 599. Molti tornei challenger hanno numeri migliori per quanto riguarda le qualificazioni!! Dunque che fare? Non spetta a noi stabilire declassamenti o altro ma certo una riflessione va fatta perché questo torneo assomiglia molto di più al 250 di Kitzbuhel su terra rossa (c.o. 88 – 308) piuttosto che al Master 1000 di Cincinnati (c.o. 2016: 51-119). E la Rogers Cup si trova proprio nella settimana tra questi due tornei contando che nella settimana di Kitzbuhel si gioca anche l’importante 500 di Washington e il 250 di Los Cabos in Mexico.
Entrando nel dettaglio del torneo e dei suoi partecipanti assenze sicure e già note al grande pubblico sono quelle di Murray e Djokovic (per lui in particolare stagione finita) ai quali si aggiungono tra gli altri Wawrinka, Cilic e Fognini che ha raggiunto le semi a Kitzbuhel optando per una stagione più lunga sul rosso accorciando la preparazione sul cemento. Stessa scelta fatta anche da Cuevas, Zeballos, Simon, Kohlschreiber, Sousa, Vesely e Bellucci che pur iscritti a Montreal hanno preferito partecipare al torneo austriaco e togliersi da quello canadese pur avendone la classifica. Solo Lorenzi e Haase hanno partecipato al torneo d’oltralpe e andranno a giocare nel Quebec. Torneo austriaco che ha visto trionfare il tedesco Kohlschreiber in finale sul portoghese Sousa. Da sottolineare anche la semifinale del nostro Fabio Fognini che dopo la vittoria a Gstaad ha confermato il buon momento di forma nonostante il suo stesso coach Davin aveva consigliato un periodo di riposo prima della trasferta a stelle e strisce.
Un percorso completamente opposto è stato quello di Thiem che con una scelta impopolare ha declinato il torneo di casa per andare a giocare a Washington sul cemento ed essere quindi più pronto al Master 1000 canadese. E’ la prima volta che Thiem opta per questa programmazione; negli anni scorsi aveva sempre giocato sulla terra rossa di casa sua (con risultati modesti) per poi volare e perdere puntualmente al primo turno per tre anni consecutivi nel Master 1000 del Canada. Vedremo se la scelta attuale gli darà risposte migliori. In molti, soprattutto nordamericani, hanno intrapreso lo stesso percorso di Thiem partecipando al torneo nella capitale come avvicinamento a Montreal: in 19 tra cui Nishikori, Kyrgios, Anderson, Raonic, Sock e Zverev. Altri 6 dopo il tabellone principale a Washington faranno le quali in Canada. Per Thiem e Kyrgios la trasferta alle porte della Casa Bianca non è stata particolarmente entusiasmante con sconfitte al terzo e secondo turno. Gli altri protagonisti invece hanno rispettato i pronostici arrivando quantomeno ai quarti di finale: Anderson - Bhambri (qualificato ottima sorpresa); Raonic-Sock; Zverev- Medvedev (ragazzo in continua ascesa); Paul (ragazzo del ’98 da sempre alla ricerca del salto di qualità)- Nishikori. Nei quarti i favoriti hanno prevalso con la sola eccezione per la sconfitta di Raonic con Sock. Nella notte Anderson, Sock, Zverev e Nishikori si giocheranno i due posti per la finale e per essere considerati tra i principali favoriti del Master 1000 di Montreal.
Terzo torneo della settimana scelto da molti atleti per prepararsi a Montreal (7+4 nelle quali) è il torneo messicano di Los Cabos. Testa di serie numero 1 il ceco Tomas Berdych che ha raggiunto le semifinali venendo eliminato un po’ a sorpresa da Kokkinakis. L’australiano, dopo quasi due anni tribolatissimi a causa di diversi infortuni, è alla prima finale in un torneo ATP e speriamo che possa ricominciare una nuova vita tennistica; i mezzi ci sono sempre stati vedremo se la condizione lo sosterrà. In quel caso potrebbe essere la sorpresa di fine 2017 e il nuovo che avanza nel 2018. In finale Kokkinakis se la vedrà con l’americano Querrey che sta attraversando il miglior periodo della sua carriera dopo la recentissima semifinale di Wimbledon. Hanno un po’ deluso le attese tutti gli spagnoli presenti (Ramos, Lopez e Verdasco) nonostante tutti e tre abbiano una buona attitudine a questa superfice. Purtroppo si è dovuto ritirare causa infortunio Karlovic che sembra sempre più agli sgoccioli di una onestissima carriera.
Dopo questo riassunto dei tornei in corso, torniamo al tabellone del torneo di Montreal. Teste di serie numero 1 e 2 saranno nientemeno che Nadal e Roger Federer (e probabilmente sia per i tifosi che per gli organizzatori la loro presenza sopperisce a tutte le assenze…). Pronostico già chiuso con in finale l’ennesimo capitolo della saga svizzero-spagnola? Non ne siamo così convinti ed ecco il perché. Rafa non si trova particolarmente a suo agio sul cemento americano e dopo la vittoria al Roland Garros ha giocato solo 4 partite a Wimbledon perdendo da Gilles Muller. Quindi in che condizioni si trova realmente? Inoltre la sua parte di tabellone è molto insidiosa già dall’inizio del torneo e non avrà molte partite per adattarsi ma dovrà iniziare a far sul serio da subito. Federer dal canto suo è sembrato nel 2017 in splendida forma gestendo tornei e riposi in modo impeccabile. In previsione di grandi eventi però (in questo caso sarebbero US Open) si è sempre preparato disputando un paio di tornei di avvicinamento e nel primo è stato puntualmente sconfitto ai primissimi turni da tennisti nettamente inferiori (Donskoy e Haas). Si ripeterà questa situazione o Roger punterà deciso alla vittoria con l’obiettivo di raggiungere a fine anno il numero 1? Gli altri pretendenti alla vittoria sono sicuramente Nishikori, Raonic e Alexander Zverev. Leggermente più defilati Isner reduce dalla brillante vittoria nel 250 di Atlanta, Berdych e Thiem. Ma proprio per tutti gli elementi proposti questo Master 1000 potrebbe portare alla vittoria un outsaider come Sock e Querrey, due americani a loro agio su questa superficie e in stato di grazia. Più difficile sembra l’inserimento nelle partite finali di DelPotro, Goffin e Pouille che hanno alternato per tutto l’anno match positivi ad altri negativi o infortuni. Tra i giovani sempre particolarmente sfortunato nel sorteggio il rampollo di casa Dennis Shapovalov. Il giovanissimo classe ’99 si è già issato fino alla posizione 150 ATP ma dopo un primo turno contro un qualificato dovrà vedersela con Isner o DelPotro (per distacco il miglior match di primo turno); nell’eventuale terzo turno poi nientemeno che Rafa Nadal.
Possibili quarti di finale: Isner- Raonic; Zverev A. – Querrey; Berdych – Thiem; Nishikori – Sock
Molto azzardati e sicuramente non fan service. Attendiamo conferme o smentite.
Mentre sta per terminare il torneo di Montreal che tante sorprese e poche (una, Federer) certezze ha evidenziato, sta prendendo forma il secondo Master 1000 sul cemento nordamericano, quello di Cincinnati forse il più simile di tutti allo US Open anche dal punto di vista ambientale: stessa temperatura media giornaliera (24°), stessa % di umidità (60 con punte di 80 alla sera) quasi identica quantità di pioggia media (90mm contro 60mm).
Sono terminati quest’oggi i tornei dell’ultima settimana di luglio. In campo maschile gli atleti erano impegnati nel 500 di Amburgo e nei 250 di Atlanta e Gstaad.
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