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Riprendiamo il nostro prospetto sulla stagione in essere, riguardante i tennisti di vertice, occupandoci ora delle atlete WTA e dei nostri connazionali in questa seconda parte dell'articolo. Nella prima parte abbiamo concentato la nostra attenzione sugli atleti ATP.

Se qualcosa si muove ai vertici del tennis maschile, ancor più instabili sono le posizioni delle atlete in gonnellina, protagoniste di un vero e proprio ribaltamento copernicano per quel che concerne le primissime posizioni, in un periodo che, diciamolo fuori dai denti, il tennis femminile non sta offrendo grandi spunti e grandi emozioni.


Se Djokovic è e rimarrà l’indiscusso numero 1 del mondo, lo stesso non si può dire per la campionessa Serena Williams; l’americana dopo la cocente sconfitta contro la nostra Robertina Vinci durante gli scorsi US Open, non è più riuscita ad alzare un trofeo.

Più che nel gioco l'americana appare in crisi psicologica, condizione forse aggravata dall’aver già perso, anche quest’anno, l’occasione di coronare il sogno del Grande Slam, fattore che potrebbe portarla ad affrontare le competizioni non al pieno della determinazione e dell’ambizione.
S. Williams: RIMANDATA.

Male anche Simona Halep, sino allo scorso anno principale testa di serie subito dopo Serenona, e quest’anno mai capace di mettere in fila due prestazioni convincenti, contro avversarie dello stesso calibro.
Halep: RIMANDATA.

Stesso discorso dicasi per l’ex campionessa Wimbledon e Fed Cup Petra Kvitova, da ormai due anni ben sotto quelle che sono le aspettative per una giocatrice come lei, dotata di una cilindrata superiore a quella di diverse colleghe che la precedono in termini di classifica.
Kvitova: RIMANDATA

Rimandate anche Garbine Muguruza , troppo discontinua nelle prestazioni offerte e Maria Sharapova , protagonista di un buon Australian Open, ma che non si può considerare altrimenti per ovvi motivi.

Il primo titolo Slam non può che valere un voto più che sufficiente alla tedesca Angelique Kerber, la quale però dopo Melbourne non è più riuscita ad esprimersi a certi livelli.
Kerber: PROMOSSA.

Quotazioni in rialzo anche per la più giovane tra le top ten Belinda Bencic e dell’inossidabile Agnieszka Radwanska, tornata ad occupare la posizione numero due del mondo, grazie alle eccezionali doti anticipatorie e soprattutto contraddistinta dall’impareggiabile (in campo femminile) sagacia strategico-tattica. Nota di merito anche per la sorpresa di questo inizio 2016, rappresentata dal talento della diciannovenne russa Daria Kasatkina.

Radwanska, Bencic e Kasatkina: PROMOSSE.

Premio come miglior giocatrice della prima parte di stagione va sicuramente alla bielorussa Victoria Azarenka, reduce della strepitosa doppietta Indian Wells – Miami, che la rilancia prepotentemente nell’olimpo del tennis in gonnellina.

Salvo clamorose sorprese, è lei la favorita per quel che concerne gli imminenti appuntamenti sul rosso e sull’erba di Wimbledon, nonché prima candidata a riconquistare quella posizione di numero uno del ranking, che le manca dall’ormai lontano 2012.
Azarenka: PROMOSSA (a pieni voti).

Sono stati estromessi volutamente dal bilancio fatto fin'ora i tennisti e le tenniste azzurri, che meritano a parer nostro uno spazio apposito, soprattutto alla luce dei recenti avvenimenti.

Fa pensare e desta preoccupazione il fatto che in campo maschile i risultati del nostro movimento dipendano principalmente dai soliti noti.

Grandi soddisfazioni sono arrivate in tempi recenti sia dalle vittorie del giocatore di maggior talento del nostro tennis Fabio Fognini, sia dalle prestazioni di costante livello offerte da Andreas Seppi, giocatore che un giorno potrà raccontare ai suoi figli di aver battuto fuoriclasse come Federer e Nadal. Da ricordare, inoltre, il talento di Simone Bolelli e l’effimera favola di Luca Vanni nonchè il titolo slam vinto in doppio dalla coppia Bolelli-Fognini.

Tuttavia, con Fognini prossimo al matrimonio e reduce da un infortunio che per diversi mesi lo ha costretto lontano dai campi, oltre ai guai fisici di Bolelli che perseverano nel tormentargli la carriera e ulteriormente con le primavere che passano sia per Seppi che per i suoi compagni, ormai prossimi alle trenta e primavere, ci si chiede quale sia il destino del tennis azzurro dal momento che all’orizzonte non sembrano emergere figure capaci di rimpiazzare degnamente i campioni sopracitati.

Oltre Fognini, Seppi e Bolelli non riusciamo mai a portare dei giocatori nei main draws dei principali tornei, con le eccezioni rappresentate da Paolo Lorenzi (34 anni) ed i neo top 100 Marco Cecchinato e Thomas Fabiano, giocatori raramente capaci di essere protagonisti negli eventi che contano.

Se nel tennis maschile una debole speranza può essere rappresentata comunque dai vari Cecchinato, Fabiano, Donati, o Quinzi, difficilmente saremo in grado nel breve periodo di conseguire risultati importanti come è stato fatto nella storia recente.

Purtroppo in ambito femminile la situazione pare ancora più ancor più drammatica.

Dopo diciotto anni nel girone A di Fed Cup e cinque edizioni vinte, le nostre tenniste sono retrocesse in “serie B”, a seguito della sconfitta contro la Spagna. Quella iberica, che vanta campionesse del calibro di Muguruza e Suarez-Navarro, è una formazione davvero molto forte, contro la quale non è certo un disonore perdere. Del resto fa molto riflettere osservare come in soli 8 mesi si sia passati da una finale slam completamente targata made in italy giocata nella grande mela, ad un così clamoroso e sconcertante risultato.

Non possiamo che inchinarci e ringraziare le nostre interpreti che più di qualsiasi altro hanno portato alti i colori azzurri nel mondo. Campionesse che hanno raggiunto traguardi e vittorie che rimarranno per sempre scolpite nella storia di questo sport; dalle due finali consecutive, di cui una vinta, al Roland Garros di Francesca Schiavone, a quelle di Sara Errani sempre in quel di Parigi ed al Foro Italico, passando per la già citata finale azzurra disputata agli ultimi US Open che ha visto protagoniste la vincitrice Flavia Pennetta e Roberta Vinci. E poi come dimenticare la ciliegina sulla torta rappresentata dal Career Grand Slam ottenuta in doppio dalla coppia Errani-Vinci, coppia primatista del ranking mondiale.

Ma proprio alla luce di questi straordinari risultati, appare ancor più opaco il futuro del nostro tennis in gonnella. Se sostituire grandi giocatori come Fognini e Seppi sarà impresa assai ardua, ancor più difficile sarà rimpiazzare campionesse capaci di vincere a livello slam. Pertanto in mancanza di rincalzi all'altezza della situazione l'attenzione generale viene catturata dall'italo-argentina Camila Giorgi, ormai quasi ventiseienne, prodotto di un genitore eccentrico e non certo del nostro tennis; movimento che, anzi, pare proprio essere in balia dei pensieri dell’entourage Giorgi e quindi di una forse possibile top 20.

In conclusione, pare doveroso ricordare alla memoria dei numerosi appassionati come un certo "Sistema" abbia reclamato ripetutamente la paternità dei risultati delle campionesse azzurre, esibendole come fossero "Gioielli della"Corona".

E più ancora, un "Sistema" che vanta un'azione di ampliamento della base, tra praticanti e insegnanti, con numeri senza precedenti; azione che però ha permesso a questo ordinamento di gonfiare le casse e perpetuarsi per lustri, invece di orientare gli sforzi alla qualificazione delle proprie fondamenta per alimentare i ricambi delle squadre nazionali e quindi del tennis di vertice. 

Adesso che i futuri orizzonti paiono più che incerti ci chiediamo chi si presenterà a prendersi le responsabilità e quindi la paternità di un possibile disastro? E ulteriormente, chi sarà chiamato sul campo a porre rimedio allo stato attuale delle cose?

Sistema Italiano Tennis: BOCCIATO!

 

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