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E’ comune prassi, in ogni istituto educativo, stilare alla fine di un quadrimestre durante l'anno accademico un prospetto riepilogativo riguardante il rendimento parziale degli alunni che vi fanno parte; è con questa allegoria che anche noi, giunti ormai nel vivo della stagione, ci proponiamo di effettuare un bilancio sui risultati sino a quì più significativi, cercando di individuare quali tra i principali interpreti della racchetta possa ritenersi promosso e chi invece rimandato.

Data l'estensione dell'argomento, ci proponiamo di suddividere la trattazione in due articoli; in particolare nel presente testo concentreremo la nostra attenzione agli atleti ATP, mentre rimandiamo il lettore alla seconda parte per quel che concerne il tennis WTA delle donne e dei nostri connazionali. 

E non si può che iniziare da colui il quale si può considerare il punto di riferimento del tennis maschile, il primo della classe Novak Djokovic.

Il serbo è sembrato in questo inizio di 2016 più vulnerabile nel suo gioco, è parso non essere al 100%, ma ciò nonostante si è reso protagonista di un’impeccabile inizio di stagione, che lo ha visto alzare già ben 3 trofei tra Master 1000 e Slam, confermando l’egemonia che perdura ormai da tre anni a questa parte; ci si chiede dove finiscano i suoi pur fenomenali meriti e dove invece inizino le incapacità dei principali competitors di ricercare delle soluzioni (o perlomeno tentare di farlo) in chiave strategico-tattica, al fine almeno di metterlo in difficoltà.

Attenzione però che sulla terra vi è il pericolo di scivolare, ed infatti arriva la prima importante sconfitta per il Djoker, eliminato al primo turno in quel di Montecarlo per mano del ceco Jiri Vesely, che conferma quella che ormai è una costante delle ultime annate; Nole sul rosso non è imbattibile!

Piccola nota stonata che costa la lode al numero uno del mondo, il quale però, ben saldo sul suo trono ed in piena corsa per coronare il sogno del Grande Salm, non può che meritare un 10 per quanto fatto vedere sinora.
Djokovic: PROMOSSO (a pieni voti).

Chi invece si affacciava a questo 2016 chiamato a recuperare qualche insufficienza di troppo era il fuoriclasse maiorchino Rafael Nadal.

Sebbene l’impenetrabile Nadal sia, per il momento, ancora un piacevole ricordo (anche se meno sbiadito), non si può non sottolineare l’eccellente inizio di stagione dell’attuale numero 5 del mondo, il quale dopo un Australian Open ed un tour sudamericano disastrosi, si è ripreso alla grandissima nel corso delle tappe sul cemento americano: semifinale ad Indian Wells persa contro Djokovic contro il quale lo spagnolo è tornato ad avere set point dopo quasi due anni; fermato al primo turno invece a Miami solo da un problema fisico che lo ha costretto al ritiro.

L'iberico dimostra ancora una volta di meritare la nomea di “re della terra battuta” ed il soprannome di “toro”. In effetti quando Rafa vede rosso, si trasforma ed esplode in tutta la sua forza; Thiem, Wawrinka, Murray e Monfils sono i nomi dei contendenti costretti a piegarsi dinnanzi alla grinta dell’ex numero uno del mondo in quel di Montecarlo. In attesa di vedere quanto accadrà tra Roma e Madrid, alla luce dei fatti, Nadal si candida tra i papabili favoriti per la vittoria del prossimo Roland Garros.
Nadal: PROMOSSO.

Più complicata fino ad ora la stagione del britannico Andy Murray.

Dopo l’ottimo Australian Open che gli è valso la finale, l’ex campione Wimbledon ed US Open non ha più vinto una partita, estromesso nel corso dei primi turni sia in California che a Key Biscayne, per mano di avversari dalla cilindrata inferiore. Da sottolineare invece le buone prestazioni offerte a Montecarlo, su una superficie che tra tutte è la meno affine al britannico; quanto riportato conferma quanto egli sia diventato nel corso degli anni un giocatore a tutto tondo. Ciononostante questo non basta per garantire a Murray la sufficienza; la continuità è una dote fondamentale per un campione ed il numero due del mondo si è mostrato in questa prima parte di stagione troppo nervoso e distratto per poterla trovare.
Murray: RIMANDATO

Male anche il 2016 dello svizzero Stan Wawrinka, a mani vuote di trofei così come di risultati di rilievo. Non si può certamente pretendere che un giocatore come lo svizzero, fumentino ed istintivo, possa ogni anno arricchire il proprio palmares con titoli di assoluto prestigio, al contempo un tennista del suo calibro non può nemmeno permettersi di fallire precocemente in ogni tappa.Vedremo come risponderà alla chiamata Roland Garros, torneo nel quale il numero 4 del mondo è campione in carica.
Wawrinka: RIMANDATO.

Ed a proposito di svizzeri, occupiamoci ora del campione più amato dalle folle, il numero tre del mondo “King” Roger Federer.

Che dire dello svizzero; lui è senza alcun dubbio il primo candidato ad insidiare Nole Djokovic, sia per ragioni tecnico-tattiche, quanto in termini di risultati, essendo Roger l’unico avversario capace di battere a più riprese il serbo nel corso degli ultimi anni.

Tuttavia la lente d’ingrandimento è focalizzata su di lui, nonostante la buona stagione fino ad ora disputata, non tanto per via dell’inaspettata sconfitta subita per mano di Tsonga a Montecarlo, quanto per l’infortunio al ginocchio che lo ha costretto lontano dai campi per oltre tre mesi. Necessitiamo quindi di più elementi per poter dare un giudizio efficace sul fuoriclasse svizzero; dunque per questa e ribadiamo solo per questa ragione:
Federer: NON CLASSIFICABILE

Giù il cappello anche dinnanzi ai giovani prospetti del circuito, assoluti protagonisti di questo inizio di stagione.

Spicca su tutti il talento ed il carattere di Dominic Thiem, esploso in questo 2016 fino a concretizzarsi nel torneo messicano di Acapulco, che gli è valso il quinto trofeo della carriera; austriaco che è ad oggi il più giovane tennista presente nelle prime 30 posizioni del mondo. Ma come dimenticare la potenza di Alexander Zverev, l’esplosività di Borna Coric, nonché la spregiudicatezza dei talenti americani classe 1996, capitanati da Taylor Fritz

Per quanto concerne i ragazzi di seconda generazione, work in progress per il canadese Milos Raonic, mentre continua a non convincere Grigor Dimitrov, giocatore dalla sublime eleganza e dai mezzi fisici e tecnici fuori dal comune, ma troppo spesso vittima delle sue insicurezze; meglio Nick Kyrgios, giocatore discontinuo e dall'opinabile atteggiamento, che però non può che meritare un buon voto data la vittoria in quel di Marsiglia.

Se queste sono le premesse, pur non intravvedendo super campioni tipo Federer o Nadal, possiamo comunque affermare che il grande tennis è provvisto di possibili futuri rincalzi per il vertice.
Giovani: PROMOSSI.

Concludiamo questo giro di boa tributando una standing ovation alla scuola francese, tornata di prepotenza a calcare i palcoscenici che contano del tennis mondiale, con risultati molto più che soddisfacenti.

A cominciare dalla (tanto criticata) finale di Davis Cup 2014, gli atleti de “l’Exagone” si sono resi protagonisti di prestazioni degne di nota, che fanno di loro quelli più in forma del momento. 

Dal giovane Pierre-Hugues Herbert fresco vincitore a Montecarlo per quel che concerne la disciplina del doppio, assieme al connazionale Nicolas Mahut, trofeo che va ad aggiungersi a quelli già vinti ad Indian Wells ed a Miami, passando per Tsonga reo di aver battuto il fenomeno svizzero Roger Federer, sino ad un Monfils che non ti aspetti, concreto e concentrato, arresosi solo al terzo set nel corso della finale che lo ha visto contrapposto a Rafa Nadal nel già citato torneo del Principato.
École de France: PROMOSSI.

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